L'attività sismica nel centro Italia si sta presentando come un evento straordinario per diverse circostanze. Il Terremoto del 30 ottobre, di magnitudo 6.5, è stato il più forte registrato dal 1980 (terremoto in Irpinia) e si è verificato dopo circa due mesi da quello che ha provocato circa 300 morti lo scorso 24 agosto, anch'esso localizzato in quell'area. Da allora, inoltre, la terra ha continuato a tremare, registrando da decine a centinaia di scosse giornaliere.
Sarà stato questo insieme di circostanze a indurre l'opinione pubblica a non accontentarsi della spiegazioni fornite dai ricercatori del CNR e dell'INGV, oppure sarà che va per la maggiore cercare teorie alternative, fatto sta che prendono sempre più credito le tesi del terremoto indotto.
La scoperta di documenti scientifici o pseudoscientifici non fa che alimentare la convinzione che ci sia la mano dell'uomo dietro a questi terremoti. Spesso si parte da studi comprovati, ma la fantasia e la poco accurata interpretazione portano prendere fischi per fiaschi.
Terremoto e trivellazioni
Molti puntano il dito contro le attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi sul territorio.
Maria Rita D’Orsogna, ricercatrice della California State University, interpellata in occasione della campagna referendaria del 2016 contro le trivellazioni, spiegava che è dimostrato scientificamente che i terremoti possono anche essere generati da attività di ricerca ed estrattive. Tra queste il fracking, che consiste nell'iniettare in roccia un mix liquido di sostanze al fine di fratturarle e favorirne la permeabilità, necessaria per estrarre gli idrocarburi. In Italia però il fracking sarebbe vietato. Un'altra tecnica pericolosa è quell'”air gun”, che permette, generando onde sismiche, di individuare la presenza di idrocarburi. E' una tecnica molto criticata per i potenziali impatti dannosi su fauna marina e falesie.
La D'Orsogna sottolinea come in Italia, a differenza di altri Paesi, ci siano pochi studi sulla sismicità indotta, nonostante il Paese sia particolarmente a rischio. La ricercatrice precisa che non c'è un nesso necessario tra trivellazioni e sisma, ma è un'eventualità da non escludere. Per questo servono maggiori studi.
Il terremoto in Emilia provocato dalle trivellazioni?
Nel 2014 il giornalista scientifico Edwin Cartlidge pubblicò sulla rivista Science l’articolo “Human Activity May Have Triggered Fatal Italian Earthquakes”, che rivelò la presenza di un rapporto, da parte della Commissione Ichese, sul possibile nesso tra le attività di estrazione a Cavone (Modena) e il drammatico terremoto che ha colpito la regione il 20 maggio 2012.
Il giornalista racconta di aver ricevuto pressioni per non pubblicare l'articolo con tentativi di screditare l'operato degli scienziati, ufficialmente perché sarebbe stato meglio attendere la pubblicazione del rapporto ufficiale, ci sarebbero degli errori e l'indagine non sarebbe stata svolta correttamente. Non ha rivelato chi avrebbe fatto queste pressioni; si è limitato a dire che non erano rappresentati politico-istituzionali.
Il rapporto esclude che l'attività estrattiva sia sufficiente a generare un sisma di quella intensità, ma potrebbe averlo innescato nel caso la faglia responsabile fosse stata già prossima alla rottura. Ci sono comunque opinioni discordanti tra alcuni esperti.
Sembra inverosimile che i terremoti nel centro Italia siano stati generati dall'azione dell'uomo. La scienza sembra unanime nell'attribuire gli eventi sismici a cause naturali. Per il resto occorre attendere studi più approfonditi.