Dal 1972 l'agenzia Unesco, l'organizzazione fondata dalle Nazione Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, ha intrapreso un certo percorso atto alla difesa di luoghi protetti, ma negli ultimi 20 anni, stando ai ricercatori australiani di Wildlife Conservation Society (Wcs), dell'Università del Northern British Columbia e dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), l'attività dell'uomo minaccia gravemente il 63% dei luoghi protetti.

Deforestazione, grave problema per siti UNESCO

Dalla ricerca degli studiosi australiani pubblicata su Biological Conservation, si evince come tutto sommato l'Europa abbia svolto negli un'ottima attività di monitoraggio e prevenzione, senza mettere a rischio i luoghi protetti considerati patrimonio dell'umanità.

Ben diversa è la situazione rilevata dai ricercatori in parchi extra europei come l'americano Yellowstone, il Manas Wildlife Sanctuary in India o il Chitwan National Park in Nepal, con l'Asia che spicca fra i continenti più colpiti, sia per la poca giurisprudenza in materia di protezione ambientale che per gli altissimi livelli di inquinamento.

La minaccia più grande che ne deriva è un'attività continua di erosione delle zone di forestazione dei luoghi, che subiscono un altissimo impatto di "impronta ecologica" ovvero il consumo umano di risorse naturali.

Impronta ecologica la più grave minaccia

Con impronta ecologica i ricercatori intendono tutto quel complesso di consumo di suolo per attività legate all'uomo come agricoltura, creazione di strade, deforestazione rispetto alla capacità della natura di rigenerarle. In luoghi antropizzati e ad alta concentrazione tale problema si può considerare grave ma non importante dal punto di vista ecologico e legislativo.

In luoghi protetti e considerati patrimonio dell'umanità deve diventare un caso internazionale che il 63% dei siti UNESCO sia a rischio per attività legate all'uomo, l'agenzia internazionale dovrebbe, secondo il team di ricerca, predisporre azioni a salvaguardia dei siti più a rischio.