Il Genoa inizia esattamente come un anno fa. Lo scorso anno fu De Guzman, oggi El Koautari per una sconfitta al fotofinish, forse ancora più bruciante di quella patita contro il Napoli lo scorso anno. Dopo mezz’ora, dove al Grifone è mancato unicamente il killer istinct per passare in vantaggio finanche doppio - si vedano le occasionissime sciupate da Pandev, ipnotizzato dalla bestia nera del Genoa Sorrentino -,  la squadra rossoblu si è pian piano spenta fino al crollo finale, tutt’altro che inevitabile nonostante le innumerevoli assenze.

Ottimo primo tempo del Genoa

Il Genoa ha dominato la prima frazione grazie alle geometrie di Costa, onnipresente, e allo strapotere fisico di uno Ntcham versione 'uomo in più' per dirla alla Sorrentino, quello del cinema. Eppure, nonostante una difesa attenta e un centrocampo abile a fare filtro e ripartire, il Grifone è mancato proprio dove di solito risiede la sua forza: le fasce laterali. Laxalt è apparso impreciso e, nella ripresa, più attento a coprire che non a offendere, mentre Cissokho (sebbene cresciuto nella ripresa), non ha certo brillato per qualità delle giocate.

Stesso discorso per un Lazovic, troppo timido per essere un ex capitano della Stella Rossa, mentre Diego Capel sarà il personaggio della settimana per via di una sostituzione dopo 17 minuti dall’ingresso in campo, al settimo della ripresa per Lazovic, non senza spunti interessanti.

Al suo posto dentro Tachtsidis ma poi, una volta esauritesi le energie di Costa, dentro il baby Panico e Genoa che nell’ultimo quarto d’ora è stato incapace di portare palloni pericolosi dalle parti di Sorrentino.

Eupalla beffarda

Il Palermo non ha rubato nulla; benché rimaneggiati anch’essi, i siciliani avevano però in panchina dei calciatori fatti e finiti e non belle speranze, con qualche convalescente o uno spagnolo appena arrivato. Questo, alla fine, ha pesato e come sempre il Genoa ha pagato ben al di là dei propri demeriti, specie in una serata dove Eupalla (la dea del calcio secondo Gianni Brera) sembrava clemente col Grifone alla luce delle due traverse colpite dai palermitani Rigoni e Vazquez, quest’ultimo spina nel fianco nella ripresa.

Il goal arriva beffardo, su una palla sporca ma col demerito gravissimo di tre difensori genoani beffati dal solo palermitano nei paraggi, quel terzino esordiente che per tutta la partita aveva patito le iniziative di Ntcham quando 'l’uomo in più' gravitava nei paraggi, nel suo peregrinare fra centrocampo e attacco in uno stile di gioco fin troppo dispendioso, che Gasperini ha chiesto anche a Tino Costa.

Migliori e peggiori

Il pari sarebbe stato giusto e anche utile per il morale di una squadra che col Verona non potrà sbagliare e dovrà cercare a tutti i costi la vittoria, anche perché l’avvio di campionato proporrà incontri particolarmente difficili uno dopo l’altro, a cui sarà meglio evitare di presentarsi senza punti.

Migliori in campo nel Genoa senza dubbio Costa e Ntcham, bene anche Marchese Kucka e Pandev, pur con la macchia di due goal divorati in apertura, mentre Cissokho, Laxalt e Lazovic sembrano al momento indietro, se non peggio. Gasperini ha fatto di necessità virtù tra infortuni, squalifiche e un mercato sempre fastidioso, non ha potuto scegliere e ha chiesto forse troppo ad alcuni suoi elementi, mentre Iachini, bravo a correggere una formazione inizialmente troppo attendista, gioca l’ennesimo tiro mancino all’odiato Grifone.