Sono trascorsi 15 anni dall'ultimo trionfo Romanista. Roma-Parma 3-1 è "la partita" per i giallorossi. Il dream-team Romanista si aggiudicava lo scudetto all'ultima giornata di campionato dopo un torneo condotto sempre in testa, dominato su tutti i campi, con una formazione che più passano gli anni e più diviene leggendaria. Ricordi mai sbiaditi nonostante le lancette inesorabili del tempo tentino di inficiare la memoria dei tifosi ma in quel caso, la mente si rifiuta di dimenticare.
Troppo esaltante ripercorrere le esultanze del Pupone, di Vincenzino Montella detto l'Aeroplanino e Gabriel Omar Batistuta, capocannoniere di quella squadra irresistibile. Quando i tifosi Romanisti cantano in coro "Correte, scappate, arriva lo squadrone giallorosso" non c'è niente di superiore nella mente alla Roma targata Capello del 2001. Aldair, Candela, Cafu, Emerson, Tommasi, Nakata, Di Francesco, Del Vecchio reinventato esterno di centrocampo, Montella che entrava nel secondo tempo al posto di SuperMarco e timbrava il tabellino dei marcatori a ripetizione come un impiegato .
17 giugno 2001.
L'invasione di campo dei tifosi esagitati che non stavano più nella pelle a 5 minuti dalla fine di quella epocale partita. Capello che li redarguisce, arrabbiato come una iena della Savana quando per quei supporters troppo euforici il match veniva sospeso. Batistuta, il re leone, rimane in mutande e non è il solo. Il match poi viene ripreso e al fischio finale può esplodere un turbinio di gioia, colori, esaltazione, caccia all'abbraccio dei giocatori che fuggono impauriti da un esercito che vuole finalmente liberare le proprie angosce e le tensioni accumulate in 18 anni (lo scudetto precedente risaliva al campionato 1982/83). Caroselli impazziti in città, ovunque, in ogni dove.
L'anno precedente il titolo era stato vinto dai cugini laziali e non c'era maggior soddisfazione al mondo per i Romanisti che "scucire dal petto quel magico scudetto" come cantava il folcloristico Galopeira, autore di mille motivetti celebrativi e sfottò per i biancocelesti a suon di musica.
Il circo Massimo vedeva lo spogliarello preannunciato dalla Ferilli e quella festa incredibile sarebbe continuata per mesi e mesi. Lacrime di felicità. Urla. Venditti che lancia la sua nuova canzone intitolata "Che c'è", che non riuscirà a sostituire l'inno "Roma Roma Roma" , ma la gente apprezza lo stesso.
Il presidente nel 2001 era Franco Sensi. A distanza di 15 anni sembra passata un'eternità. La Roma Americana di oggi non ha lo stesso livello di popolarità, di sentimenti, di valori tecnici che aveva quella grande squadra di allora. Nessuno però potrà mai impedire al tifoso giallorosso di ricordare, di commuoversi, di sognare. Quel 17 giugno resta lì a memoria di una storia fatta di eroi, finalmente grandi, potenti, forti, leggendari. Auguri, As Roma. Auguri. Oggi è ancora festa.