Il messaggio di Silvio berlusconi, lanciato prima del derby di ieri sera contro l'Inter, "Non credo sarà il mio ultimo derby" ha lasciato non poche domande in sospeso, specie in riferimento all'imminente cessione della squadra di calcio alla società cinese Sino Europe, la cui conclusione è prevista per il 13 dicembre, salvo eventuali ostacoli burocratici da parte del Governo cinese.

Berlusconi fuori, ma non troppo

Adriano Galliani aveva quasi dato per scontato la fine di un'epoca con la cessione del Milan, dichiarando che comunque "sarebbe rimasto un grande tifoso". Per Silvio Berlusconi, invece, la fine del coinvolgimento nel mondo del calcio non deve avvenire, tanto che ha dichiarato inizialmente di avere rifiutato l'offerta di mantenere un ruolo di presidente nella società, in quanto non intenzionato a ricoprire tale ruolo in una società di proprietà altrui. Tuttavia ha rimarcato che, nel caso in cui il ruolo di presidente onorario a lui offerto fosse comprensivo anche di un certo potere sul mercato e sulle decisioni in campo, allora sarebbe stato pronto ad accettare, della serie: o tutto, o niente.

Berlusconi saluta commosso il Milan

Fininvest ha deciso per la vendita della società e Berlusconi ha quasi dovuto rassegnarsi a questa scelta, dopodiché ha salutato il Milan dichiarandosi commosso per lo striscione a lui dedicato dalla Curva Sud. Il closing non è ancora una certezza totale, anche se le assicurazioni date dalle banche sembrano prevederlo per il 13 dicembre con una certa sicurezza. Ciò che non è automaticamente certo è l'addio di Galliani alla squadra rossonera: Silvio ha dichiarato di fare di tutto affinché Galliani mantenga un posto all'interno della società e spera che ci sarà ancora spazio per lui. Che per l'ex premier italiano quella del calcio fosse una vera e propria passione si capiva, tanto più che più volte Berlusconi si è espresso sia sullo schema di formazione del Milan (portandolo a divergenze di vedute con l'allenatore Vincenzo Montella), sia sulla valorizzazione dei giovani, da lui definita come fondamentale per la costruzione di una squadra di nuovi talenti destinati anche a tenere testa alle avversarie più quotate, grazie alla loro determinazione.