La miglior partita di di francesco da quando è sulla panchina giallorossa? Probabilmente sì. Quella di ieri è stata un'apoteosi tattica romanista. Una partita a scacchi, in cui Di Francesco pare aver avuto in controllo costante tutte le pedine in campo. La Roma "DiFranceschiana" ha già dimostrato di saper giocare un bel calcio, ma oggi potrebbe aver alzato ulteriormente l'asticella.

Questo perchè affrontare la Lazio è estremamente complicato per le big (Juventus docet), con Simone Inzaghi che ha dimostrato la grande capacità di giocare con una difesa molto bassa, chiudendo tutti gli spazi possibili centralmente e lateralmente, per poi ripartire con contropiedi letali ed estremamente verticali. Cosa c'è di peggio per una "grande" che affrontare una squadra così?! Ogni big, contro i biancocelesti, ha sofferto. Con la vetta massima raggiunta nel doppio match vinto contro la Juventus tra supercoppa e campionato. Lo scorso anno la Roma ha sofferto tremendamente nella stracittadina, non dando quasi mai l'impressione di poter creare grosse occasioni e soffrendo notevolmente le ripartenze laziali.

Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno

Diversi sono stati i punti di svolta di questo derby: innanzitutto il pressing. Lo scorso anno la Roma, pur essendo una squadra ben messa in campo, non ha mai eccelso in questa specifica qualità. Quando perdeva il possesso, infatti, non aveva la capacità di pressare alti i difensori laziali, lasciando spazio alle loro transizioni letali. Ieri, invece, la pressione alta della Roma è apparsa estremamente "studiata" e ben organizzata. Oltre al pressing sul portatore di palla, gli interni di centrocampo e gli esterni d'attacco hanno avuto la capacità di alzare il loro pressing chiudendo le linee di passaggio avversarie, mettendo in difficoltà Bastos, Strakosha e Radu che non eccellono nella tecnica individuale.

Da ciò ne consegue il fatto che la lazio si è trovata spesso a vedersi bloccare i propri contropiedi sul nascere. Qualora invece fosse riuscita a superare il primo pressing romanista, la grande capacità della Roma è stata quella di saper mettere in fuorigioco costantemente gli avversari sui loro palloni in verticale a scavalcare la linea a quattro difensiva. Lì dove, invece, i difensori non avessero reputato opportuno mettere in fuorigioco gli attaccanti della Lazio, Manolas e Fazio si sono stretti, non dando la possibilità ad Immobile di partire in profondità tra i due centrali. Proprio questo specifico movimento lo scorso anno mise in notevole difficoltà la Roma, che veniva costantemente scavalcata dalle imbucate di Milinkovic Savic o Lucas Biglia alla ricerca di uno tra Keita e Ciro Immobile.