Dov'è finito Antonio Candreva? Il calciatore ammirato alla lazio fino a due anni fa, pare un lontanissimo ricordo. La corsa, la velocità e i tiri da fuori area che lo hanno contraddistinto stanno venendo a mancare in questa fase della carriera. Cerchiamo di analizzarne le cause, partendo dai suoi inizi.

Origini

Candreva nasce a Tor De Cenci, ma calcisticamente si forma alla Ternana. Dopo tre stagioni passa in serie A, all'Udinese. L'inizio non è dei migliori, ma Antonio è molto giovane. Infatti, nel 2008 passa al Livorno, dove si impone nelle due stagioni giocate con gli amaranto.

Il passaggio alla Juventus sembra il preludio ad un inizio scintillante, ma le pessime prestazioni in maglia bianconera lo riportano "sulla terra". Prima il Parma e poi il Cesena sembrano credere nelle sue qualità, ma anche qui le esperienze non saranno fortunatissime. Ma a questo punto arriva la svolta della carriera di Candreva: all'interno di uno scambio che porta Simone Del Nero agli Emiliani, il calciatore Romano passa alla Lazio. La notizia fa poco rumore, ma Antonio piano piano inizia ad affermarsi su ottimi livelli.

L'affermazione

Alla Lazio Candreva pare rinato. Una fisicità straripante lo porta spesso a saltare uno o più avversari arrivando sul fondo per mettere buoni cross. Quell'anno sembra devastante.

Dribbla chiunque e, a tratti, mostra segni di dominio della partita. Candreva entra in fiducia e si prende in mano la Lazio. Possedendo un grande tiro da fuori, il talento Romano cerca spesso anche la conclusione dalla distanza con notevole pericolosità. Ormai è sotto i riflettori, diventando l'incubo di molte difese. I 4 anni laziali si chiudono con 151 presenze in campionato, condite da 41 gol.

Caratteristiche laziali, positive e non...

Candreva vive di dominio fisico e straripanza atletica, che lo mettono nella condizione di correre al doppio di tutti gli avversari, riuscendo a dribblare ogni cosa gli capiti a tiro. Ma, queste grandi qualità, mascherano alcuni difetti. L'andare a cercare il fondo per il cross o la conclusione da lontano per lui è un'ossessione.

Li cerca in ogni dove e in ogni situazione di gioco. Nella Lazio, assistito da una condizione atletica pazzesca, questa ricerca veniva assecondata, portandolo a creare continue occasioni da gol. Inoltre, arrivando sul fondo dopo aver saltato l'uomo di netto, riesce spesso a crossare indisturbato, riuscendo a trovare con continuità i movimenti degli attaccanti Laziali.

L'inter

Il passaggio all'Inter coincide con i 29 anni. E con l'età cala anche la straripanza fisica che lo ha contraddistinto negli anni Laziali. Qui, tutti i difetti fino a quel momento appena accennati, diventano grosse difficoltà. Non avendo grande visione di gioco tende ad isolarsi in uno contro uno sulla fascia; ma, lì dove in passato riusciva a saltare l'uomo con estrema facilità anche in caso di raddoppio, ora fa fatica a puntarlo lasciandolo sul posto, con goffi tentativi di dribbling in cui si intestardisce, spesso fino a perdere il pallone.

Infatti, anche quando raddoppiato, cerca spesso di andare verso il fondo trascinandosi dietro i due avversari, piuttosto che cercare un semplice scarico all'indietro.

I cross

I cross di Candreva sono stati messi nel mirino dei tifosi interisti, che lo accusano di non riuscire a crossare come prima. La realtà, secondo noi, sta proprio nel calo fisico. Infatti, mentre in passato riusciva a lasciare sul posto i terzini avversari, arrivando sul fondo spesso indisturbato per trovare un cross semplice o un passaggio rasoterra verso il centro, ora, facendo fatica a saltare di netto il diretto avversario, tende a trascinarsi il pallone sul fondo, con il terzino che spesso lo porta verso l'esterno marcandolo stretto, costringendolo a cross molto complicati. Di conseguenza, la percentuale di riuscita è notevolmente minore.