Una gara le cui premesse sembrerebbero volgere tutte verso un unico finale: la stupefacente Roma di Eusebio Di Francesco in piena rincorsa alle prime posizioni affronta un Genoa in grande difficoltà e in piena zona retrocessione.

Ma la storia narra che quella di Genova è una trasferta spesso risultata ostica per la squadra giallorossa e anche questa partita ne è stato un esempio.

Un primo tempo finito a reti inviolate, avaro di emozioni, con un Genoa arroccato nella propria metà campo e una Roma che attraverso un giro palla sterile non riesce a sfondare il muro avversario.

La situazione si sblocca al minuto quattordici della ripresa quando El Sharawy sfrutta abilmente un bel cross dalla destra di Florenzi, portando in vantaggio la squadra capitolina.

Partita, a questo punto, in pieno controllo degli uomini di Di Francesco, con il Genoa che non sembra in grado di reagire.

L'episodio che, però, cambia definitivamente la partita e che darà poi occasione in seguito di far parlare di sé, avviene dieci minuti dopo il gol: Sugli sviluppi di un calcio d'angolo, inspiegabile ingenuità di De Rossi che colpisce l'attaccante avversario Lapadula (appena entrato in campo) con una manata al volto.

L'arbitro, dopo la consultazione della var, espelle il capitano giallorosso e assegna il rigore in favore dei padroni di casa; rigore poi trasformato dallo stesso Lapadula.

La partita rimarrà fino alla fine sul risultato di 1-1, nonostante entrambe le squadre si siano rese più volte estremamente pericolose nei venti minuti finali (la Roma colpisce la traversa con Strootman da distanza ravvicinata all' 85').

Di Francesco e i suoi perdono, così, due punti fondamentali e portano a casa il primo pareggio stagionale: Risultato che, però , c'è da dire, ce l'ha tutto sulla coscienza De Rossi a causa del suo assurdo gesto.

Un vizio recidivo

Daniele De Rossi non è un giocatore da mezze misure, non è un uomo da mezze misure, questo lo si sa; dopo tutti questi anni abbiamo imparato a conoscerlo. Un giorno lo si ama incondizionatamente per la sua spontaneità e per la stessa, il giorno successivo, si può arrivare a maledirlo.

Di certo è uno che ci mette la faccia, sempre. Lo ha fatto anche domenica, dopo l'errore che in questi giorni sta facendo tanto parlare di lui. E' andato davanti alle telecamere e ha chiesto scusa. Un gesto semplice, ma che cela dietro di se un grande carattere, una grande forza morale di chi è capace a ammettere i propri errori e che, ormai, ha le spalle abbastanza larghe per sopportare il peso delle proprie responsabilità.

Il gesto del capitano della Roma non è giustificabile, per carità, sopratutto perché il giocatore ci ha purtroppo abituati a gesti di questo tipo (Il più famoso è la gomitata a McBride ai Mondiali del 2006) : Insomma abbiamo imparato a sapere che se a De Rossi prendono, come si dice, "i cinque minuti", non ce né per nessuno; anche perché chi nasce tondo non può morire quadrato e se a trentaquattro anni continua a fare gesti del genere vuol dire che la speranza che non lo faccia più è quasi vana.

L'unica cosa che resta da fare è prenderlo così per come è, amarlo così per come è, criticandolo quando sbaglia certo, ma in ogni caso sostenendolo, perché è troppo facile chiamarlo "vanto nostro" quando va in televisione dopo Roma Chelsea di Champions League a dire che "bisogna ringraziare di essere nati romanisti anche dopo i 7-1", o quando bacia la maglia e lotta in campo fino all'ultimo dimostrando l'immenso amore, quasi esagerato, che prova per la sua maglia e la sua città, se poi al primo errore si è pronti ad affossarlo.

De Rossi, citando il suo allenatore Di Francesco, "merita una sculacciata" è vero, com'è vero che ha dato un pessimo esempio con questo gesto, con l'aggravante poi che è il capitano della sua squadra; ma sacrosante per la circostanza sono le parole di Francesco Totti, che devono fare da monito per tutti quei tifosi che in futuro saranno ancora una volta pronti ad esaltare il giocatore prima, per disconoscerlo poi: "Tutti hanno il diritto di sbagliare. Daniele ha sbagliato ed è il primo a saperlo. Ma nessuno può mettere in discussione quello che ha fatto e quello che farà per la Roma..."