L'Inter, dopo tanti anni, sembra aver davvero trovato un uomo simbolo. Ad inizio stagione Mauro icardi era addirittura stato messo in discussione come calciatore in grado di indossare la fascia di capitano. C'erano tante contraddizioni attorno alla sua figura a partire da quel diverbio con la tifoseria che continua ad essere motivo di qualche ruggine con qualche sostenitore.

Il suo nome troppo spesso finiva sulla cronaca rosa, non esattamente una consuetudine per chi doveva ereditare lo scettro di leader interista da uomini come Beppe Bergomi e Javier Zanetti. Maurito però non ha badato troppo alle voci che gli stavano attorno, ha lavorato duramente per diventare un goleador da record su record e oggi si fatica ad immaginare una squadra nerazzurra su di lui. Anzi, quando non c'è si sente parecchio.

Icardi: il merito di Spalletti e quando poteva andare via

Ad un certo punto sembrava davvero che le strada di Icardi e dell'Inter potessero dividersi. Dopo la cessione di Higuain, il Napoli aveva la disponibilità economica per strapparlo all'Inter e soprattutto poteva offrire al calciatore l'orizzonte della Champions League, nella terra dove Diego Armando Maradona è diventato "mito".

Una suggestione non da poco per qualsiasi argentino. A rivelare, però, come sono andate le cose in quell'estate è stato Raffaele Auriemma che ai microfoni di Premium Sport ha ripercorso quanto accaduto nel 2016 fornendo il suo punto di vista.

Il giornalista, notoriamente vicino alle vicende partenopee, ha sottolineato come, in realtà. la prospettiva non sia poi stata mai così concreta. Addirittura si sarebbe trattato di rumors e da voci messe in giro ad hoc . Non è chiaro se dall'agente del giocatore, la moglie Wanda, o da altri. Le motivazioni andrebbe ricercate nella necessità di stimolare l'Inter a offrire un ingaggio migliorato al calciatore. E così fu considerato il prolungamento arrivato da lì a poco.

Icardi: il parare di Auriemma

Uno con i numeri di Icardi farebbe comodo a qualunque squadra, ma c'è chi potrebbe non ritenerlo funzionale al proprio progetto tattico.

Secondo lo stesso Auriemma il centravanti argentino non farebbe al caso del Napoli. Nella filosofia 'sarriana' non è possibile vedere una squadra lunga e un attaccante come Maurito che gioca allungando la squadra snaturerebbe quelli che sono i capisaldi e i punti di forza della formazione azzurra.