Metà nazione è rimasta delusa dalle recenti performance sportive dalla famosa squadra di calcio torinese, la Juventus che ha perso con il Real Madrid ben 0-3 giocando pure in casa, una sconfitta che offusca il sogno della Champions League, il trofeo più ambito d’Europa. A mettere la firma sul risultato c’è la leggendaria stella della squadra spagnola Cristiano Ronaldo autore dei primi due gol e dell’assist che ha permesso al compagno di squadra Marcelo di chiudere la partita.
“Un giocatore di un altro pianeta” come recitano i giornali spagnoli ed italiani, un fuoriclasse senza paragoni, Ronaldo in campo è più di un uomo: è il migliore, un’icona per la sua squadra e un faro illuminante per i suoi compagni di squadra; ma la strada per diventare il numero uno non è facile, e quindi andiamo a focalizzarci sul “dietro le quinte” del mitico CR7, cerchiando di capire la psiche del campione.
Le tentazioni e le debolezze sono per altri
Ronaldo è da sempre stato considerato da tutti uno dei giocatori più forti del calcio moderno, fin dalle giovanili gli furono puntati addosso i riflettori etichettandolo come un fenomeno: la pressione psicologica che venne esercitata su quel giovanissimo giocatore portoghese avrebbe fatto crollare molti.
È infatti giusto ricordare quanto le persone alterino le proprie prestazioni (sportive, logiche, mentali) quando si sentono osservati, questo processo prende il nome di desiderabilità sociale: l’alterazione che spesso viene accompagnata dallo stress, generando ansia da prestazione e influendo negativamente sulle abilità della persona. Per non subire influenze negative è necessario avere grandi fiducia nei propri mezzi e un’enorme consapevolezza di essere destinato a grandi cose, caratteriste non propriamente tipiche di un teenager o di un giovane adulto sotto pressione. Ronaldo ha sempre avuto tutti questi talenti, a anche grazie a questi è riuscito a diventare il campione che tutti si aspettavano.
Un leader sia in campo che fuori
Crescere e diventare il migliore non è sufficiente a fare di Ronaldo il più forte giocatore di sempre, sopra addirittura ai leggendari Pelé, Messi e Maradona; infatti il talento come giocatore non è sufficiente, sono necessarie altre doti psicologiche per potere fare la differenza tra i migliori. Tra queste sono fondamentali la leadership e la dedizione al lavoro. Esistono decine di aneddoti legati alla dedizione al lavoro e alla leadership di Ronaldo, oggi noi ci limitiamo solo a ricordarne l’efficacia: in quanto icone, vip e milionari, spesso i calciatori si trovano a sottovalutare il loro dovere, annebbiati dalla ricchezza e dalla fama che li induce a sedersi sugli allori: resistere a queste tentazioni non è cosa da poco, la dedizione al lavoro è fondamentale per forgiare un campione come Ronaldo.
Tuttavia, è la leadership che colpisce quando lo si osserva: per definizione essa è lo stimolo da parte di un gruppo nel seguire un capo eletto o autoeletto, che grazie alle sue abilità superiori porti il gruppo verso un obbiettivo. È da notare tuttavia che non tutti sono in grado di condurre un gruppo all’obiettivo, la leadership è una caratteristica che deve anche venire da dentro, dobbiamo essere predisposti ad essa perché non tutti possono fare i leader. Tutte queste restrizioni non hanno impedito al portoghese di diventare il campione che sta dimostrando di essere.