Il sogno continua. Dopo una stagione perfetta, era difficile ripetersi, ma la Dea è riuscita a rendere ancor più splendido ed emozionante pure il campionato appena concluso. I 12 punti in meno persi per strada erano inevitabili, visto le fatiche di coppa, ma alla fine anche con 60 punti l'Europa League per l'ennesimo anno è stata raggiunta. Si è provato fino alla fine ad evitare i temuti ed estenuanti preliminari, ma a nulla è valso sperare in un passo falso del Milan a San Siro e tutto sommato alla fine ci si può pure accontentare, perché il risultato rimane pur sempre storico.
Come ogni storia degna di nota, anche la Dea ha vissuto e fatto vivere ai suoi tifosi avventure inedite e senza precedenti. L'Atalanta è tornata a calcare il palcoscenico europeo ben 26 anni dopo l'ultima comparsa: i bambini di allora che si emozionavano davanti alle giocate di Stromberg e Caniggia ora sono maturati e diventati uomini, magari pure padri di famiglia, ma i sentimenti quelli no, non sono affatto cambiati. I protagonisti della splendida epopea orobica in Europa sono tanti, ognuno con un ruolo fondamentale per lo scopo finale. Citiamone alcuni.
Papu e Ilicic
Sugli scudi senza dubbio Papu Gomez e Ilicic, veri fantasisti e trascinatori della squadra.
L'argentino, dopo i 16 gol della passata stagione, non è riuscito a ripetersi, soffrendo un po' l'inevitabile calo fisiologico, ma per fortuna a sopperire alla sua mancanza ci ha pensato lo sloveno, che, da enigmatico e incostante giocatore, è letteralmente esploso a Bergamo, mostrando tutto il suo talento e imprevedibilità. In particolare, l'ex Fiorentina verrà ricordato per le sua straordinaria prestazione a Dortmund, con quella doppietta che, per un attimo, ha fatto accarezzare il sogno di uno storico ottavo di finale, terribilmente buttato al vento nel match di ritorno, tra pioggia e sfortuna.
Cristante
Arrivato la scorsa estate come sostituto di Gagliardini e Kessiè, non è stato per niente facile per l'ex Milan e Benfica adattarsi subito agli schemi di Gasperini, ma il ragazzo ha dimostrato di imparare in fretta il mestiere e nel giro di pochi mesi è diventato il vero Jolly della squadra.
Fisicità, corsa, tattica, inserimento, ma soprattutto una vena realizzativa fuori dal comune ( 12 gol stagionali, di cui 9 in campionato) lo hanno consacrato ufficialmente, e non a caso già grandi club come la Juve stanno cercando in tutti i modi di averlo.
Freuler e De Roon
Cambiategli pure il compagno di reparto, tanto lui si adatterà ugualmente. Gagliardini, Kessiè e poi De Roon, ma la sostanza non cambia. Lo svizzero, mai come quest'anno, ha dimostrato così tanta costanza, corsa e soprattutto un'intelligenza tattica fuori dal comune, rendendolo il vero perno insostituibile della mediana nerazzurra. Se uno ci mette il cervello, di sicuro l'altro non è da meno quando si tratta di sacrificarsi e dirigere il traffico negli ultimi 50 metri.
L'olandese, dopo un anno di noia e malinconia in Inghilterra, è tornato a casa per rimanerci e soprattutto per guidare ancora una volta la sua Dea in EL. Bentornato, figliol prodigo.
Masiello
Da zero a mito. Le accuse per calcioscommesse avrebbero "ucciso" psicologicamente chiunque, tranne lui. L'ex Bari ha pagato per i suoi peccati e, una volta redento, ha voluto rimettersi in carreggiata, allenandosi costantemente per 2 anni, perché sapeva che prima o poi l'Atalanta gli avrebbe dato una seconda chance. E così è stato: dal momento della sua reintegrazione nel 2015, Andrea Masiello non ha più spesso di stupire, mostrando una grinta e temperamento che lo hanno reso un vero e proprio idolo della tifoseria bergamasca, il simbolo della rinascita nerazzurra.
A coronamento della sua ennesima stagione al limite della perfezione c'è stato il primo gol in assoluto con la maglia della Dea in occasione della sfida d'esordio in Europa League contro l'Everton, sicuramente tra i momenti più importanti e indimenticabili di questa stagione.
Gasperini
"At last, but not least", come direbbero gli inglesi, l'artefice di tutto questo, Mister Gian Piero Gasperini. Chi l'ha detto che sono solo i calciatori a fare la differenza? Il tecnico di Grugliasco è stata la vera rivelazione. Grazie alla sua filosofia di gioco simile a quella di Sarri ma allo stesso tempo più pragmatica, è riuscito ad inculcare nella mente dei suoi ragazzi il concetto di "squadra" e di bel gioco, esaltando in maniera esponenziale caratteristiche fisiche e tecniche di alcuni giocatori, ma soprattutto infondendo in loro fiducia e auto consapevolezza nei propri mezzi rivelatisi necessari per il raggiungimento dell'obiettivo finale.
Terminato il campionato, ora inizia il mercato, e si sa, qualche pezzo pregiato andrà via, ma citando un noto magistrato "gli uomini passano, le idee restano", e finché Gasperini rimarrà, ci sarà ancora da divertirsi.