Il movimento calcistico femminile si sta espandendo alla velocità della luce. Negli ultimi mesi, infatti, società e media radio-televisivi stanno facendo di tutto per portare all'attenzione dei più - appassionati e non - questa disciplina sportiva, soprattutto nella penisola italiana. Le diverse azioni strategiche intraprese dai vari network hanno raggiunto ottimi risultati in pochi mesi, culminati con l'esordio della Nazionale femminile di calcio ai Mondiali di Francia che ha fatto registrare complessivamente (tenendo conto dei dati di Rai e Sky) il 23.1% di share (3 milioni e mezzo di spettatori in totale): record che potrebbe essere infranto già venerdì, quando le azzurre di Milena Bertolini saranno attese dalla Giamaica per la seconda sfida del girone.

L'anno zero del calcio femminile è questo, a detta di molti. In realtà, però, la nascita della Federazione è avvenuta nel 1968, raggiungendo i traguardi più significativi solo durante gli anni '90, quando la Nazionale è andata vicina per ben due volte alla vittoria dei campionati Europei, piazzandosi al secondo posto sia nel 1993 che nel 1997. Forse solo le giocatrici di quei tempi e gli addetti ai lavori ricordano ciò: questo perché, all'epoca, il movimento femminile aveva poca risonanza, come del resto l'ha avuta fino ad ottobre 2018.

Anche durante i primi anni del nuovo millennio il calcio femminile era ancora sconosciuto e arretrato, e questo aspetto è suggellato direttamente dalla storia.

Solo dal 2015, infatti, la Federazione Italiana Giuoco Calcio si è impegnata in diverse iniziative e riforme volte a migliorare lo stato dell'intera disciplina. La rincorsa, tuttavia, è stata presa solo nella stagione 2016-2017, momento in cui i club professionistici hanno fatto il loro esordio in questo settore. L'ingresso in campo delle più importanti società italiane sta giocando - e giocherà in futuro - un ruolo importante nel processo di affermazione di questo movimento calcistico in Italia, soprattutto perché questi club portano con sé una fetta di pubblico decisamente importante.

FIGC e Sky per il calcio femminile

"Roma non è stata costruita in un giorno". Non bisogna commettere l'errore di pensare che il movimento possa affermarsi in pochi anni, anche se ogni mese sta riuscendo a fare dei passi in avanti nelle preferenze degli appassionati.

Quest'anno, ad esempio, sono arrivate due svolte fondamentali in tal senso.

Innanzitutto, visti gli ottimi risultati delle varie nazionali e un programma di crescita giovanile che sembra stia fornendo i suoi frutti, la FIGC ha preso direttamente in mano l'organizzazione dei campionati di Serie A e Serie B.

Un altro aspetto importante è stato quello relativo all'acquisizione dei diritti televisivi del massimo campionato italiano di calcio femminile - oltre a quelli della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana 2019-2020 - da parte di Sky Sport che ha siglato un accordo pluriennale con la FIGC, impegnandosi nel trasmettere in diretta una partita alla settimana e nell'approntare un palinsesto di approfondimento in materia.

Di pari passo all'azione intrapresa da Sky, alcune società hanno deciso di far disputare una o più gare delle rispettive prime squadre femminili negli stadi dove solitamente giocano le compagini maschili: tra queste la Juventus del presidente Andrea Agnelli, che lo scorso 24 marzo ha aperto le porte dell'Allianz Stadium alla formazione allenata da Rita Guarino, attesa dalla sfida scudetto contro la Fiorentina, vista nell'impianto torinese da circa 40mila spettatori (record assoluto per una partita di calcio femminile).

Questo ha portato molti appassionati di sport - soprattutto quelli di calcio - a conoscere anche il movimento femminile. Non a caso, in queste prime gare del mondiale in Francia, trasmesse in tutto il mondo e largamente partecipate anche all'interno degli stadi, sono stati 3 milioni e mezzo gli italiani che, fra Rai e Sky, hanno voluto sostenere le azzurre dinanzi al televisore. E i numeri sembrano destinati ad aumentare ulteriormente.