Le partite storiche di calcio, per essere ricordate necessitano generalmente di formazioni, date e marcatori. In questo caso, non serve nulla di tutto ciò perché c'è una semplice parola che riassume uno degli eventi calcistici più importanti dell'intero Novecento. E questa parola è Maracanazo. Oggi sono esattamente 69 anni da quella giornata storica per il mondo del calcio.
Alle ore 15.00 del 16 luglio 1950, all'interno dell' Estadio Jornalista Mario Filho di Rio de Janeiro, conosciuto più comunemente come Maracanà, le nazionali di Brasile e Uruguay si affrontano per decretare la squadra vincitrice della quarta edizione dei Mondiali di calcio.
Circa 200.000 spettatori
In Brasile, già allora il calcio è sport nazionale e gli appassionati sono davvero tantissimi. L'immenso stadio brasiliano è gremito all'inverosimile e, secondo le stime ufficiali, sono presenti 199.854 spettatori, paganti o no. Secondo altri dati, sarebbero 203.000.
Le tre precedenti edizioni dei Mondiali di Calcio videro protagonista assoluta prima proprio l'Uruguay, nazione organizzatrice e vincitrice nel 1930, e due volte la Nazionale italiana di Vittorio Pozzo, trionfatrice nel 1934 in Italia e nel 1938 in Francia.
Dall'edizione del 1950 sono escluse Giappone e Germania Ovest, ritenute le principali responsabili della Grande Guerra (causa anche dei mancati Mondiali del 1942 e 1946), mentre è presente per la prima volta l'Inghilterra.
Brasile favorito
La nazionale di casa è data per favorita e gli stessi brasiliani sono convintissimi di vincere il loro primo Mondiale. Del resto, la formazione brasiliana è una forza della natura, con giocatori davvero straordinari. Teoricamente, sono 16 le squadre partecipanti divise in 4 Gironi. In realtà, causa esclusioni, ci sono 2 Gironi da quattro, 1 da tre e 1 da due. Le prime di ogni raggruppamento si sfidano in un Girone all'italiana.
Le uniche sorprese della prima fase sono le eliminazioni dei "Leoni" d'Inghilterra e, purtroppo, l'uscita di scena della nostra Nazionale ad opera della Svezia.
Arrivano quindi alla fase decisiva Brasile, Spagna, Svezia e Uruguay.
All'esordio del girone finale, la Selecao brasiliana annienta la Svezia per 7-1 e, di seguito, umilia la Spagna con un perentorio 6-1. L'Uruguay fatica, pareggia 2-2 con la Spagna e supera a fatica la Svezia per 3-2. Ad una partita dalla fine, la classifica dice Brasile 4, Uruguay 3, Spagna 1, Svezia 0. La vittoria valeva ancora 2 punti, di conseguenza, in attesa dell'ultimo turno, le uniche che possono vincere il Mondiale erano Brasile e Uruguay.
Il Maracanazo
Al Brasile basta un pareggio per laurearsi Campione del Mondo, ma i brasiliani vogliono aggiudicarsi anche la sfida con l'Uruguay che, in pratica, è una finale con il vantaggio di avere a disposizione due risultati su tre.
La squadra di casa parte subito forte ma, nonostante un buon possesso palla ed un paio di buone occasioni, nel primo tempo non si va oltre lo 0-0, grazie anche all'organizzazione tattica degli ospiti. L'Uruguay cerca di compattarsi all'intervallo, sa che se vuol provare a vincere, deve fare qualcosa di più.
Inizia il secondo tempo e dopo nemmeno 120 secondi Friaca porta in vantaggio la Selecao. Il Maracanà è un'esplosione di gioia, il rumore è assordante e i giocatori brasiliani sono talmente euforici da volere la palla immediatamente al centro del campo per fare altri gol. L'Uruguay regge e inizia a giocar meglio, ma fare due gol a questo Brasile sembra impresa impossibile.
Però dopo circa 20 minuti, ecco la sorpresa.
Cross basso dalla destra per Schiaffino e il fuoriclasse uruguaiano spedisce il pallone all'incrocio: 1-1. Sugli spalti si sente un po' di tensione anche se in realtà, il pareggio basterebbe ai brasiliani per laurearsi Campioni. Ma il Brasile non ci sta, vuole segnare per ribadire la propria supremazia.
A 11 minuti dal termine però arriva un contropiede e Ghiggia firma il clamoroso 2-1. I brasiliani sono attoniti, il pubblico praticamente silenzioso. I giocatori di casa si riorganizzano e si buttano a testa bassa verso la porta avversaria. Hanno anche un paio di buone occasioni, ma non c'è nulla da fare: il risultato non cambia più. L'Uruguay è Campione del Mondo per la seconda volta. Per i brasiliani il finale sembra un incubo, i tifosi non riescono a crederci.
Le cronache raccontano di almeno dieci casi di infarto e un paio di suicidi all'interno dello stadio. Alla fine furono certificati 90 morti in tutto il Paese, 56 per arresto cardiaco e 34 suicidi.
Sarà il più grande dramma della storia sportiva brasiliana, anche più del Mineirazo, ovvero il cappotto subito ad opera della Germania nella semifinale dei Mondiali casalinghi del 2014. Il Brasile proclamò lutto Nazionale per tre giorni: altro inequivocabile segno di cosa il calcio significa nel Paese sudamericano.