Tutto fermo, tranne il calcio. Così, anche in un'Italia spaccata in due dalla guerra, si giocò il campionato con un risultato assolutamente clamoroso: a vincerlo non fu il futuro “Grande Torino”, già campione in carica e vincitore della Coppa Italia nel 1943, bensì la formazione del Gruppo Sportivo dei vigili del fuoco di La Spezia. Lo hanno chiamato lo “scudetto fantasma” perché, nonostante dopo decenni sia arrivato il riconoscimento di quel titolo, non è mai stato equiparato a uno scudetto.

Correva la stagione 1943/44.

Periodo storico

Nel luglio del 1943 la Sicilia era stata invasa dagli Alleati, l'8 settembre la firma dell'armistizio di fatto sancì la fine della guerra per l'Italia o, per meglio dire, ne aprì un'altra che avrebbe visto gli italiani contrapposti su due fronti. Un'Italia divisa anche dal punto di vista calcistico: Giovanni Mauro era stato nominato commissario della Figc nel luglio del 1943 ma, dopo l'8 settembre, l'occupazione nazista dell'Italia centro-settentrionale determinò la frattura tra le istituzioni sportive della Repubblica Sociale e del Regno d'Italia: a Salò si scelse come commissario del Coni Ettore Rossi.

Inizialmente, alla luce della difficile situazione legata al conflitto, la Figc fascista aveva stabilito che nella stagione 1943/44 non si sarebbe disputato un campionato nazionale, bensì una serie di tornei interregionali. Nel gennaio del 1944, fu però stabilito che le vincenti dei gironi interregionali si sarebbero sfidate per la conquista dello scudetto.

Una stagione caotica, ma il Torino è il grande favorito

Inizia dunque una stagione caotica: sono stati istituiti ben 11 campionati interregionali; inoltre, alla luce della situazione bellica quello laziale sarà successivamente tagliato fuori dopo l'ingresso degli Alleati a Roma nel giugno del 1944. Anche in mezzo a questo scenario surreale, però, c'è una corazzata calcistica ed è inutile sottolineare che si tratta del Torino.

Per proseguire l'attività calcistica, la società granata ha stipulato un accordo con la Fiat e, di fatto, il club ha assunto la denominazione di Torino Fiat. Oltre ai vari Valentino Mazzola, Loik, Gabetto, Menti e Ossola, si è aggiunto alla squadra anche il grande Silvio Piola grazie alla disposizione federale che, alla luce della situazione, ha consentito ai calciatori un cambio di maglia seppur momentaneo.

I vigili del fuoco di La Spezia

Tra le formazioni che prendono parte alle fasi interregionali c'è anche il Gruppo Sportivo del 42° Corpo dei vigili del fuoco di La Spezia. L'accordo tra il dirigente dello Spezia Calcio, Semorile, e il locale comandante dei vigili del fuoco, Gandino, ha permesso di costituire una società e non interrompere l'attività calcistica nella città ligure.

Inoltre ha salvato numerosi giocatori locali dall'obbligo di leva, facendoli arruolare come ausiliari volontari nel corpo. La squadra viene iscritta al girone emiliano, vista l'impossibilità logistica di percorrere le strade che portano in Piemonte (il gruppo interregionale era “Piemonte e Liguria”). Inoltre vengono chiamati a vestire la casacca delle “Aquile” anche diversi giocatori che erano in forza al Livorno, al Genoa e al Napoli. Allenatore è Ottavio Barbieri, vecchia gloria del Genoa campione d'Italia nelle stagioni 1922/23 e 1923/24. Il cammino degli spezzini nel girone è aiutato dalla fortuna: il Carpi si ritira mentre il Modena che aveva vinto 4-0 lo scontro diretto perde poi a tavolino per aver schierato un giocatore inabile alla leva.

Lo Spezia si qualifica per la finale di zona contro il Bologna e non è certamente favorito, ma anche qui vincerà a tavolino la gara d'andata in casa degli emiliani dopo le proteste dei tifosi di casa che avevano spinto l'arbitro a sospendere il match, in quel momento i vigili del fuoco spezzini erano comunque avanti di un gol. Il Bologna rinuncerà al match di ritorno.

Il girone finale

Così, tra lo stupore generale, lo Spezia è alle finali nazionali insieme a Torino e Venezia, sfide decisive per l'assegnazione dello scudetto che si disputeranno all'Arena Civica di Milano, nonostante la paura dei bombardamenti sempre più frequenti. Nel primo match Spezia e Venezia impattano 1-1, vantaggio ligure realizzato da Tori poco dopo il 30' e pareggio dei veneziani siglato da Astorri nella ripresa.

Nella seconda partita gli uomini di Barbieri affrontano i favoritissimi granata e si portano in vantaggio con Angelini. Il Torino sembra meno in palla rispetto alle precedenti partite, anche a causa di un'amichevole che venne “obbligata” dalla federazione contro una rappresentativa del Venezia-Giulia e che si disputò soltanto pochi giorni prima del match di Milano. Questo, però, senza nulla togliere ai meriti dello Spezia in cui spicca la mossa tattica del mister Barbieri che ha affidato il temuto Valentino Mazzola alle cure di Mario Tommaseo. Gli altri attaccanti sono resi inoffensivi dalla straordinaria prova dei fratelli Wando e Sergio Persia e dalle parate di Sergio Bani. Tuttavia Piola è sempre tra i migliori attaccanti del mondo e al 31' va a incornare in gol un calcio di punizione battuto da Ossola.

Per nulla spaventati, i giocatori spezzini si riportano avanti e all'ultimo minuto del primo tempo trovano il gol del 2-1 ancora con Angelini su assist di Costa. Nel secondo tempo la squadra in maglia bianca resiste agli assalti del Toro, al 90' la dea bendata è ancora benevola quando Mazzola sfugge alla marcatura di Tommaseo e arriva al limite dell'area scaricando una bordata che batte Bani, ma coglie in pieno la traversa. Il risultato, pertanto, taglia fuori il Torino dalla corsa scudetto, ma i vigili del fuoco di La Spezia non sono ancora campioni: manca una partita, quella tra Torino e Venezia che sarà comunque vinta 5-2 dai piemontesi, lo scudetto spezzino è realtà. O, almeno, così sembra al 90' di Torino-Venezia.

Titolo disconosciuto, poi onorifico oltre mezzo secolo dopo

I pompieri di Barbieri si aspettano dunque la consegna dello “scudetto”, ma il 17 luglio 1944 avranno una brutta sorpresa. La Figc della Repubblica Sociale, infatti, consegna loro solo la Coppa Federale premettendo che nella stagione 1943/44 causa la situazione bellica non era stato possibile organizzare un regolare campionato. Il dibattito sull'effettivo valore della competizione ha attraversato poi i decenni, tra spunti polemici dei tifosi spezzini che si sono chiesti se sarebbe stata presa la stessa decisione nel caso in cui fosse stato il Torino a vincere il campionato, e tra dibattiti sulle differenze tra “Divisione nazionale”, “Campionato dell'Alta Italia” o “Campionato di guerra”.

Di fatto fu un torneo organizzato dalla federcalcio della Rsi i cui vertici furono disconosciuti e considerati illegittimi dalla Figc nazionale, tornata unica dopo la guerra. A questa diatriba è stata messa la parola fine il 22 gennaio 2002 quando la Figc, pur non riconoscendo il torneo quale “massimo campionato italiano di calcio”, ha voluto conferire allo Spezia Calcio un titolo onorifico anche se, a tutti gli effetti, era un altro sodalizio quello che vinse il titolo nel 1944. Si tratta di un titolo “ufficiale”, ma non equiparabile a uno scudetto: al club è stato inoltre concesso di apporre sulle maglie un distintivo con il tricolore e la scritta “1944” a ricordo di quell'impresa sportiva.