Lo scontro è principalmente quello di due opposte filosofie di gioco. Il Team Usa ha scelto di portare alle Olimpiadi di Parigi il miglior roster possibile, i top della NBA e, alla fine, è doveroso se l'obiettivo è quello di vincere la medaglia d'oro. Gli ultimi due grandi eventi, il torneo olimpico di Tokyo e i Mondiali 2023, hanno dato l'immagine di una squadra americana 'normale' e addirittura 'battibile'. A Parigi, prima della semifinale con la Serbia, il Team Usa non era mai sceso sotto i 100 punti realizzati e le vittorie non erano mai state in discussione.

Il quarto contro il Brasile è stato un esempio di forza devastante.

La Serbia aveva perso all'esordio contro gli americani in un match equilibrato solo nelle battute iniziali. Ma per tutta la durata nel torneo fino alla semifinale la squadra di coach Pesic non ha cambiato di una virgola il proprio approccio al parquet. Il leitmotiv è quello di non mollare mai giocando di squadra e l'esempio più recente è stata la partita con l'Australia. Una filosofia che per poco non ha provocato la caduta degli Dei.

La dura legge dei numeri

L'approccio serbo al match è quello dei gladiatori e, sebbene il Team Usa mostri subito un Curry in grande serata, funziona alla perfezione. Trentasette minuti di elettrico dinamismo, incredibile intensità e, con buona pace delle superstar americane, di grande pallacanestro.

La Serbia raggiunge il massimo vantaggio a +17 e, chissà, forse Bogdanovice, Jokic e compagni hanno guardato il tabellone pensando 'Non ci credo', forse hanno avuto davvero paura di vincere.

Al di là di 'leggende' che tra qualche anno verranno sicuramente raccontate su questa partita, bisogna affidarsi a ciò che si è visto, a una Serbia trascinata Nikola Jokic di cui a fine gara contiamo 17 punti e 11 assist, da Bogdan Bodganovic che ha realizzato 20 punti e da Aleksa Avramovic, autentico mattatore nella prima metà di gara con un mortifero 4/6 da tre punti.

Ma la verità è che i serbi danno luogo al massimo sforzo e in difesa soffrono terribilmente. I giocatori del Team Usa disputano l'intero match inseguendo gli avversari e sul capo hanno un'autentica spada di Damocle che li costringe a sbagliare il meno possibile al tiro. Un po' di cifre per capire: gli americani tirano col 66 per cento da due punti e con il 50 da lontano, sull'altro fronte la Serbia sfodera il 56 per cento da due e un modesto 38 per cento da tre, in quest'ultimo caso sono 15 messi a segno su 39 e, complessivamente, 33 tiri centrati su 71.

La dura legge dei numeri promuove il Team Usa.

Tre parole: LeBron, Curry, Embiid

Non resta che tornare al confronto tra le filosofie, perché se porti i migliori cestisti del pianeta alle Olimpiadi ti aspetti il meglio. Per cui se gli Dei perdono i poteri sovrumani per circa 37 minuti non puoi mai sapere il momento in cui li ritroveranno. Steph Curry in realtà non li ha mai persi, assolutamente MVP del match: 36 punti con 8 rimbalzi e 2 assist, 9/14 da tre punti. Giocatori come lui e LeBron James non hanno davvero più nulla da dimostrare, se non la voglia di continuare a scrivere pagine memorabile di pallacanestro. LeBron chiude la partita con una fantastica tripla doppia da 16 punti, 12 rimbalzi e 10 assist e non deve essere definito 'ai confini della realtà' perché la star dei Lakers quei confini si diverte a spostarli di continuo: questa è la sua realtà.

“Perseveranza, lavoro duro e dedizione”, dirà James a fine gara spiegando le chiavi della sofferta vittoria, ma noi preferiamo le parole 'LeBron, Curry ed Embiid'. Non possiamo infatti non evidenziare lo strapotere assoluto di Joel Embiid nel quarto decisivo, il centro dei 76ers chiude con 19 punti e un chirurgico 8/11 dal campo.

Sfida alla Francia

La finale olimpica sarà la stessa di Tokyo, solo che questa volta la Francia gioca in casa ed è venuta fuori nelle gare dirette contro Canada e Germania dopo un avvio del torneo non esattamente convincente. Guerschon Yabusle e Isaia Cordinier hanno fatto la differenza contro i tedeschi nella prima, splendida semifinale. La finale che tutti si aspettavano è servita, la partita dove la stella francese Victor Wembanyama sgomiterà per trovare il suo posto nell'Olimpo del Basket.

Entrambe le squadre sono più forti rispetto a tre anni fa, ha senso pertanto aspettarsi una partita memorabile. Team Usa favorito, ovviamente non può che essere favorito anche contro la squadra di casa che avrà dalla sua un intero palasport. Team Usa che vuole dimostrare che l'accostamento al Dream Team di Barcellona 1992 non è una bestemmia, anche se dobbiamo essere del tutto onesti: nessuna squadra può essere paragonata al Dream Team. Negli anni a venire ci ricorderemo di Usa-Serbia del 2024 come una delle più belle gare mai disputate in un torneo olimpico, mentre i francesi vorrebbero che questa olimpiade sia ricordata come quella in cui hanno battuto gli Dei. C'è ancora una storia da scrivere.