Rischia 4 anni di squalifica che scenderebbero a 2 nel caso dovesse dimostrare la non intenzionalità: lui è Paul Pogba, sospeso dall'attività agonistica perchè risultato positivo al Dhea, un estrogeno che produce gli stessi metaboliti del testosterone vietato dalla normativa antidoping circa 10 anni fa. Le ultime indiscrezioni raccontano che sarebbero due le strade che starebbero battendo i suoi legali: patteggiamento o in alternativa udienza unica al Tas, per la quale però servirebbe il via libera di Nado Italia e Wada (l'Agenzia Mondiale Antidoping).
La Procura Nazionale Antidoping sta lavorando sulle controanalisi di Pogba
La Procura Nazionale Antidoping è ancora in fase istruttoria: al momento ci si sta concentrando sull’esame chimico delle controanalisi, dopo di che verrà redatta dagli esperti una relazione tecnica utile al procuratore Pierfilippo Laviani per formulare la propria accusa: sempre Laviani potrebbe decidere di ascoltare il giocatore, richiesta che potrebbe arrivare anche dallo stesso Pogba che al momento però non solo non ha richiesto di essere ascoltato ma neanche ha prodotto delle memorie difensive (che verranno comunque certamente redatte).
E allora, come accennato in apertura, le due vie più probabili sarebbero il patteggiamento o l'udienza unica al Tas: i legali del mediano transalpino vorrebbero dimostrare la non intenzionalità nell'assunzione dell'integratore alimentare della discordia, dovessero riuscirci la squalifica potrebbe essere di due anni, in caso contrario la pena massima sarebbe di 4. Sempre che non si arrivi prima per l'appunto ad un accordo con le autorità.
Il caso Gomez
Negli ultimi giorni ha tenuto banco anche un caso simile a quello di Pogba, con il centrocampista del Monza Alejandro Gomez squalificato per due anni in seguito ad una positività al doping riscontrata quasi undici mesi fa, ad inizio novembre 2022, prima dei Mondiali in Qatar.
La settimana scorsa la Federazione Calcistica Spagnola ha trasmesso la notifica di sospensione del calciatore alla FIFA, che a sua volta l'ha girata alla FIGC bloccando l'argentino trovato positivo alla terbutalina, una sostanza appartenente alla categoria dei beta-2-agonisti, usata per curare asma e bronchiti e considerata dopante perché incrementa l’afflusso di sangue, dando il là dunque a sforzi più prolungati e recuperi più brevi del normale. Il Papu si è già servito dei propri account social per evidenziare di aver erroneamente assunto dello sciroppo per i figli, da lì (secondo lui) la positività, il tutto senza aver mai intenzionalmente stabilito di violare le norme antidoping vigenti.