Il tragico ed ennesimo maltrattamento del migliore amico dell'uomo è avvenuto a San Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini, durante un concorso ippico ed ha come causa il litigio tra due fidanzati. Tutto ha inizio tra la notte di giovedì 7 e venerdì 8 agosto, quando, nel corso di un diverbio, la padrona della cagnolina Claudia Morandi, si sentiva minacciare di morte il proprio cane dal fidanzato.
Quella che sembrava una minaccia campata in aria, detta in un momento di crisi di coppia, si è invece trasformata in un vero e proprio maltrattamento nei confronti di Gina. Solo quando, la mattina dell'8 agosto, al risveglio, Claudia non ha trovato vicino a sé Gina. si è cominciata a preoccupare, temendo che il fidanzato, anche lui, non solo cavaliere, e ipoteticamente amante dei cavalli, ma anche padrone del cane, potesse aver messo in atto la terribile minaccia. L'avvocato di Claudia Morandi, Caterina Brambilla, ha affermato che "Da alcuni giorni, notando che il compagno faceva uso di cocaina e eccedeva nell'alcol, Claudia insisteva affinché smettesse.
Lui reagiva male e più di una volta, nel corso delle discussioni, le aveva detto: 'Non mi rompere, ti faccio fuori il cane'".
Sono scattate le ricerche, finché la Gina è stata ritrovata; in condizioni disperate e dopo una lunga agonia, la bestiola è morta. Le cause del decesso di Gina sono state le ferite riportate per essere stata colpita con un forcone, chiusa in un sacchetto e data alle fiamme senza successo. La cagnolina non ha mai ripreso conoscenza. I sospetti nei confronti del fidanzato di Claudia sono diventati presto un'accusa precisa, che si è trasformata in una denuncia contro l'uomo. La Fise (Federazione Italiana Sport Equestri), in una nota ha sospeso il cavaliere come misura cautelare, prima di arrivare alla radiazione dalla Federazione.
Nel frattempo il web chiede giustizia: Su Facebook è stato creato sia un gruppo "Gina è anche il mio cane vogliamo giustizia" che una pagina, intitolata "Giustizia per Gina", nonché i link che riportano, foto, nome, cognome e indirizzo del responsabile dell'assurdo gesto. E' ormai da qualche tempo che la giustizia per i maltrattamenti degli animali domestici passa attraverso i social network. Altri casi al momento, oggetto di linkaggio, sono quello della cucciola uccisa bastonate in Sicilia. Anche per lei si chiede giustizia con tanto di nome e cognome del responsabile, o presunto tale, nonché quello del cane bastonato a Piovezzano di Pastrengo (VR), per il quale Fronte Animalista ha organizzato una manifestazione pacifica, volta a chiedere giustizia per l'animale (un cane da caccia), resosi responsabile di aver compiuto il terribile delitto di essersi intrufolato in un pollaio.