Sul web divampa una polemica per l'iniziativa di una pizzeria di chiamare un suo prodotto "Speriamo sul Vesuvio". È accaduto a Loano, in provincia di Savona, sulla Riviera Ligure. Un avventore ha notato la denominazione nel menù ed ha effettuato un foto. La pizza riporta come ingredienti lo stracchino, il prosciutto crudo e la rucola. La fotografia è finita su Facebook, pagina dei "Briganti", gruppo noto per le sue pubblicazioni anti-Risorgimento.

Il fatto

Sono partite proteste e anche insulti all'indirizzo del ristorante-pizzeria di proprietà del sig. Yuri Pastore che, udite udite, vanta origini campane: è nato e cresciuto a Tocco Caudio, paese del Beneventano ed è sposato con una donna che ha i nonni originari di Amalfi e Maiori. Il Pastore avrebbe dichiarato che non voleva offendere nessuno e che non segue nemmeno il calcio. Non sarebbe stato neanche a conoscenza che "Vesuvio" era un termine utilizzato negli stadi per insultare i tifosi della Napoli calcio. Al contrario, la scelta del nome della pizza sarebbe legata alla notizia, data da alcuni studiosi americani, sulla possibilità che il vulcano sia prossimo al risveglio.

La denominazione "Speriamo sul Vesuvio" andrebbe intesa nel senso "Speriamo che non si svegli". E a dimostrazione della sua buona fede avrebbe fatto notare che altre sue pizze hanno nomi fantasiosi: Vallanzasca, Pistorius, Noisconsigliamo, Sonoinmezzoadunastrada.

Ad unirsi alle proteste del gruppo dei Briganti, anche il Movimento Neoborbonico, anch'essa un'associazione dedita a raccontare una storia risorgimentale anti-storiografica, che addirittura avrebbe invitato napoletani e meridionali, presenti in Liguria, a non recarsi nel locale del sig. Pastore. Inoltre, i neoborbonici, pare che chiedano un intervento sanzionatorio delle autorità competenti per l'uso di una fraseologia, utilizzata negli stadi, che inciterebbe al razzismo nei confronti di una popolazione intera.

Riflessione

Tutta la vicenda, legata al nome di una pizza, mi appare inconsistente, esagerata e gonfiata, degna del miglior vittimismo. Quello che invece trovo grave è l'uso leggero che si fa della parola "Razzismo". La storia ci ha insegnato il significato grave e inumano di questa parola. Milioni di ebrei sono morti nei forni crematori ad opera dei nazisti, la storia dei neri americani comincia con la schiavitù e prosegue come cittadini di serie B sino agli anni '70, l'apartheid sud-africana ha avuto fine solo nel 1993. Parlare di ideologia razzista negli stadi e fuori di essi, è offensivo per quelli che il razzismo l'hanno subito per davvero. I cori d'insulti negli stadi non nascono da una presunta ideologia del diverso, ma dalla stupidità umana di seguire la legge del branco, che viene applicata in tutti gli stadi, incluso quello di Napoli.