Dopo gli attentati di Parigi, la paura che atti di terrorismo possano colpire l'Italia ha accresciuto notevolmente l'attenzione delle forze dell'ordine e dell'intelligence verso persone, residenti nel nostro Paese, che potrebbero intrattenere rapporti con presunte cellule terroristiche. L'incrementata vigilanza da parte del Ministro dell'Interno e della polizia ha infatti portato all'espulsione di un giovane pakistano di 26 anni che, sulla sua pagina Facebook, inneggiava alla Jihad, la guerra santa che oggi più che mai spaventa l'Europa e l'Occidente.

Terrorismo in Italia: espulso pakistano di 26 anni

Dopo la segnalazione del Ministero dell'Interno e degli uomini dell'intelligence antiterrorismo, che avevano intercettato frasi inneggianti alla guerra santa contro l'Europa su social network e siti visitati dal 26enne, il Gip del Tribunale di Macerata, Chiara Minerva, ha firmato il decreto di espulsione a carico del giovane pakistano, da tempo residente in Italia. Oltre a postare status di Facebook che celebravano la lotta armata contro gli infedeli, il ragazzo avrebbe condiviso anche un serie di video jihadisti. Inoltre, cosa più grave, aveva collegamenti con siti presumibilmente legati a cellule terroristiche pakistane.

In seguito alla firma del decreto di espulsione del tribunale, il 26enne pakistano, residente da 12 anni a Civitanova Marche con la famiglia e già in possesso della cittadinanza italiana, è stato raggiunto dalla polizia nella fabbrica di calzature in cui lavorava; davanti al magistrato ha negato di essere legato a cellule terroristiche, ammettendo tuttavia di aver condiviso volontariamente video di stampo jihadista postati da un amico. Il decreto di espulsione è stato immediatamente messo in pratica e il giovane è stato accompagnato all'aeroporto di Fiumicino, dove è stato costretto a salire sul primo volo diretto in Pakistan. La notizia è giunta nelle stesso ore in cui la Polizia di Stato ha emesso una circolare in cui si afferma che le «accresciute esigenze di sicurezza derivate dagli attuali scenari internazionali» impongono la necessità di «potenziare e ottimizzare» i controlli alla frontiere italiane sia per quello che riguarda i flussi in entrata sia quelli in uscita.