La pratica di cambiare operatore telefonico seguendo le offerte migliori, trucco tipico del consumatore accorto, diventerà molto meno conveniente. Soprattutto nel caso della telefonia mobile dove infatti spostarsi più o meno spesso da un operatore all'altro poteva risultare estremamente utile per risparmiare cifre anche importanti. Era stata la legge 40 del 2007, altrimenti detta legge Bersani, a eliminare la penale che le compagnie telefoniche facevano pagare ai clienti che sceglievano di recedere il contratto o trasferire le utenze prima della scadenza naturale.
In questo modo, cambiare operatore telefonico significava per l'utente solo pagare gli eventuali costi tecnici dovuti alla disattivazione della linea precedente. Nello specifico, la Legge Bersani affermava che i contratti stipulati con operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazione elettronica dovessero dare la possibilità a chi li aveva sottoscritti di recedere dal contratto o di trasferire le utenze "senza vincoli temporali, ritardi non giustificati e senza spese non giustificate da costi dell'operatore telefonico".
Aboliti dalla Legge Bersani, tornano ora i costi di passaggio per cambiare operatore telefonico
Tutto questo, ovviamente, a grande vantaggio dei consumatori.
Una norma che in ogni caso le compagnie telefoniche hanno spesso cercato di eludere incorrendo, altrettanto spesso, nelle sanzioni del garante delle comunicazioni che dal 2007 è dovuto intervenire molte volte per ribadire quanto previsto dalla legge 40.
Tuttavia pare proprio che il disegno di legge sulla concorrenza, approvato venerdì 20 febbraio dal consiglio dei ministri, rimuova questa proibizione, affermando che "nel caso di risoluzione anticipata […] l'eventuale penale deve essere equa e proporzionata al valore del contratto e alla durata residua della promozione offerta".
Qualora il disegno di Legge concludesse inalterato l'iter parlamentare, quindi, tornerebbe la penale prevista per chi vuole cambiare operatore telefonico prima della scadenza naturale del contratto, sia per le utenze fisse sia per quelle mobili. Secondo Marco Pierani, responsabile dei rapporti istituzionali per Altroconsumo, intervistato dal Corriere della Sera, questo potrebbe portare a una spesa di oltre 100 euro a carico dei consumatori, qualora essi volessero compiere un'operazione che prima risultava solo a loro vantaggio.
Ovviamente, dichiara ancora Pierani, i problemi maggiori si avranno con gli operatori di rete fissa mentre per la telefonia mobile, un settore più agile e in cui la concorrenza tra gli operatori è più accesa, i costi per i consumatori non dovrebbero crescere troppo; in ogni caso, il ritorno alle penali, conclude il responsabile di Altroconsumo, non può che peggiorare la situazione.