Gli indagati sono più di cento, e quattro persone sono finite ai domiciliari. A coordinare le indagini di Polizia di Stato e Guardia di Finanza è stata la procura di Castrovillari, provincia di Cosenza, ed in un caso si indaga anche per omicidio. Sono sette le misure cautelari nell'ambito dell'indagine riguardo le truffe assicurative. Si tratta di incidenti stradali simulati che hanno portato a risarcimenti ingenti. Nei casi che stanno emergendo, salta agli occhi l'avidità che sembra pervadere le persone oggetto dell'operazione di Polizia, con una efferatezza che sembra non avere precedenti nelle cronache.

Il questore di Cosenza Luigi Liguori afferma in un'intervista: "Si è riscontrato purtroppo in un caso di aver simulato un incidente stradale in cui è stato addirittura soppresso un feto, questa è l'ipotesi accusatoria, per ottenere un risarcimento del danno. Si trattava di una donna incinta che, nel caso in specie, ha anche partorito, e l'ipotesi è che il nascituro al settimo mese sia stato soppresso con il concorso dei sanitari, al fine di perseguire il risarcimento del danno. Allo stato dei fatti è emerso solo questo episodio anche se le acquisizioni investigative hanno intuito una prassi consolidata."

L'operazione denominata "Medical Market" vede quattro delle sette persone coinvolte, messe agli arresti domiciliari, mentre altre due sono state obbligate a presentarsi alla polizia giudiziaria.

Inoltre l'ultima è un avvocato che è stato sospeso dagli incarichi lavorativi. Sono stati ulteriormente notificati altri 144 avvisi di garanzia ad altrettante persone indagate per truffa per complessivi due milioni di euro, ma c'è anche la contestazione per alcuni di omicidio volontario, falso ideologico e materiale in atto pubblico, frode e truffa ai danni dello Stato, corruzione e peculato.

Rimane solo da sperare che non ci siano state altre vittime causate dall'avidità dei truffatori, i quali non sembrano fermarsi di fronte alle più elementari regole civili. Inoltre si spera che si faccia luce anche sugli aiuti da parte del personale medico che ha reso possibile l'infanticidio.