Uno studente turco, che frequentava un corso alla Scuola Normale di Pisa, è stato espulso dall'Italia per aver postato dei messaggi filo-islamisti su alcuni siti internet tenuti sotto controllo dalla polizia. L'episodio si sarebbe verificato nello scorso mese di dicembre, prima quindi del tragico attentato di Parigi a Charlie Hebdo, ed è stato tenuto avvolto da uno strettissimo riserbo che ne ha permesso solo oggi, a un mese di distanza, la diffusione.

Terrorismo islamico: le indagini a Pisa

Le indagini, condotte dalla Digos di Pisa, sarebbero scattate in seguito ad alcuni messaggi anti occidentali e inneggianti al terrorismo islamico notati su alcuni siti internet islamisti tenuti sotto controllo dalla polizia.

Dai messaggi, gli investigatori sarebbero rapidamente risaliti all'identità del giovane, uno studente turco da pochi mesi in Italia per seguire un corso di specializzazione presso la Scuola Normale di Pisa. In seguito all'identificazione dello studente turco, la polizia ha effettuato una perquisizione nella sua abitazione trovando riscontri a conferma dei sospetti, a seguito dei quali è stato emesso un provvedimenti di espulsione immediata dal nostro paese.

Terrorismo islamico: la nota della Scuola Normale di Pisa

La Scuola Normale di Pisa ha appreso dell'episodio di sospetta connivenza con il terrorismo islamico che ha riguardato un suo studente, da una comunicazione della polizia che ha informato la direzione che il giovane non avrebbe più potuto seguire i corsi.

Il direttore della prestigiosa istituzione, Fabio Beltram, ha emesso un comunicato ufficiale, con il quale ha fatto sapere che il giovane turca era stato selezionato per partecipare ad un dottorato di perfezionamento in Fisica, dopo un attento controllo dei requisiti accademici e culturali attraverso i quali aveva palesato una elevata competenza nella fisica dei buchi neri.

Attraverso lo stesso comunicato, la Scuola Normale ha voluto ribadire "l'obiettivo di formare i giovani ricercatori in un ambiente internazionale secondo gli standard dei migliori atenei mondiali" e, soprattutto, di non controllare i siti o i blog attraverso i quali i suoi studenti esprimono opinioni personali.