L'Indonesia, un paese dai mille colori, dagli infiniti paesaggi naturali e da una tradizione che va al di là della realtà stessa, nasconde nel suo piccolo un ''mondo'' che forse pochi del luogo conoscevano. Affari sporchi, illegalità sono puniti severamente in questo paese dove da sempre a regnare è stata la natura. La storia che abbiamo sentito in questi giorni sicuramente non avrà un lieto fine, ma avrà un peso su tutti coloro che della bontà della piccola gente ne fa un trampolino per i esaudire i propri marci desideri.
Due australiani, una filippina, quattro africani, un brasiliano e un indonesiano saranno condannati a morte, precisamente fucilati da dodici boia, per essere stati accusati di traffico illegale di stupefacenti. Nella piccola isola di Nusakambangan sono da poco arrivate le bare bianche per i nove condannati, i quali verranno condotti in una radura dove avrà luogo l'atroce esecuzione.
Già, nei giorni scorsi l'Australia ha iniziato per i suoi due connazionali una campagna per la loro liberazione, ma il presidente indonesiano, Joko Widodo ha respinto qualsiasi richiesta, sia politica che non, di libertà.
Nel gruppo dei condannati vi era anche un francese, messo in libertà dalle tante minacce diplomatiche di Holland verso il presidente indonesiano.
Saranno quindi presenti a Cilacap, cittadina vicino l'isola di Nusakambagan, i parenti dei due australiani. Uno dei due, nella giornata di lunedì, ha voluto sposare la sua fidanzata come ultimo desiderio prima di essere fucilato.
Sarà un'esecuzione dove si farà attenzione anche ai ''minimi particolari'', infatti i nove condannati verranno portati all'interno della giungla dell'isola stessa e dovranno indossare una tuta bianca che simboleggia, nella cultura indonesiana, il passaggio nell'oltretomba; ognuno di loro potrà avere minimo tre minuti per raccogliersi, come se fosse una espiazione dei peccati commessi durante la propria vita.
Saranno presenti, durante l'esecuzione, dodici boia, nove dei quali avranno dei fucili a salve. Prima dell'esecuzione i nove condannati hanno la possibilità di chiedere un padre spirituale.