Un ampio reportage pubblicato nell'ultimo numero del settimanale di cronaca 'Giallo', espone in maniera dettagliata tutti gli indizi che la Procura della Repubblica ha ricostruito per incastrare la giovane mamma del piccolo Loris Stival, il bambino assassinato nel mese di novembre 2014.

Le scarpe del piccolo Loris

Uno degli indizi riportati in esclusiva dal settimanale 'Giallo', sono senza dubbio le scarpe che Loris indossava quella fatidica mattina del 29 novembre 2014.

Il particolare che viene messo in risalto è che le scarpe trovate addosso al bambino erano perfettamente pulite sulle suole, mentre la punta della scarpa destra era sporca di terra con segni di trascinamento. Tutto questo significa che il bambino non ha raggiunto il canalone con le sue gambe, ma vi è stato trasportato o meglio trascinato; per questa ragione, la tesi della difesa crolla come un castello di sabbia.

Il legale di Veronica Panarello infatti, aveva riportato una teoria, con la quale voleva dimostrare che il bambino è morto quando si trovava al canalone, punto in cui è stato ritrovato e non a casa, come sostiene la Procura.

La domanda allora nasce spontanea: come mai le scarpe di Loris sono perfettamente pulite? E come mai la punta della scarpa destra riporta terriccio, con segni di evidente trascinamento? La risposta è semplice, il bambino era già morto quando è giunto sul posto.

Le fascette e le contraddizioni sul percorso

Altri indizi di colpevolezza sono le fascette che la stessa Veronica ha consegnato agli inquirenti dicendo che Loris le doveva portare a scuola per un esperimento, ma le maestre hanno categoricamente smentito in quanto trattasi di oggetti molto pericolosi non usati con bambini di otto anni. Quelle fascette sono risultate perfettamente compatibili con il segno ritrovato sul collo del piccolo Loris durante l'autopsia.

Poi ci sono le contraddizioni sul percorso effettuato quella mattina dalla donna, quando uscita di casa doveva portare i figli a scuola. Veronica Panarello ha raccontato versioni diverse e discordanti tra loro e soprattutto con le immagini riprese dalle varie telecamere dislocate nel centro cittadino. Si tratta di indizi che pesano come macigni per Veronica, che comunque per il momento non è colpevole, almeno sino a quando non sarà emessa una sentenza definitiva a suo carico.

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