È stata la stessa Veronica Panarello, nel pomeriggio di ieri 17 novembre, a raccontare una nuova versione dei fatti sull'omicidio del piccolo Loris. Dopo le dichiarazioni della settimana scorsa, in cui in un colloquio con il marito diceva di non aver accompagnato Loris a scuola ma di non ricordare altro, la magistratura di Ragusa ha deciso di procedere con un nuovo interrogatorio.
Ed è proprio in quest’ultimo, avvenuto ieri, che la Panarello avrebbe raccontato un'altra versione della storia.
Gli inquirenti, dopo quel 29 novembre 2014, avevano quasi da subito sospettato della madre, che forniva versioni differenti e confuse. Le prove regina dell'omicidio Loris erano due: l'orario della morte del piccolo, che secondo l’autopsia è avvenuta tra le 8.30 e le 9.10, coincidendo di fatto con i video delle telecamere di Santa Croce Camerina - che inquadrerebbero la macchina di Veronica Panarello tornare a casa alle 8.32 e nei successivi spostamenti verso i luoghi dove è stato ritrovato il piccolo - e la testimonianza della scuola che smentisce che quella mattina il piccolo Loris sia arrivato in istituto.
Le versioni di Veronica Panarello e la confessione di ieri 17 novembre
"L'ho accompagnato a scuola", ha da subito dichiarato la donna. Ma la settimana scorsa, in un colloquio con il marito Davide Stival, ha invece cambiato versione: "Non ho portato Loris a scuola, ma non l'ho ucciso io, non ricordo altro". Ieri la svolta: interrogata dagli inquirenti, Veronica Panarello ha confessato che Loris è rimasto a casa mentre lei ha accompagnato il fratello più piccolo a scuola e, quando è tornata, il bambino era già morto. Probabilmente stava giocando con delle fascette elettriche e si è accidentalmente strangolato. Dice poi di aver provato a salvarlo ma senza riuscirci. Presa dal panico ha quindi pensato di nascondere il corpo, per paura di non essere creduta ed essere accusata dell'omicidio di Loris.
Dopo le parole della Panarello, la donna è stata accompagnata dagli investigatori sui luoghi del delitto per ripercorrere la strada alla ricerca dello zainetto. La prima ipotesi di ricostruzione vedrebbe quindi la madre accompagnare il figlio più piccolo a scuola e tornare a casa dove, dopo aver visto la tragica scena, avrebbe organizzato l'occultamento del piccolo corpo. Le telecamere del paese la riprendono infatti nel tratto di strada che porta al Mulino Vecchio. Successivamente avrebbe adagiato il cadavere nel canalone, e poi sarebbe corsa a casa (di nuovo ripresa dalle telecamere). Qui avrebbe recuperato lo zainetto, non ancora trovato, e lo avrebbe lanciato dalla macchina durante il tragitto per Donnafugata, dove ha poi partecipato ad un corso di cucina, che nei primi momenti ha usato anche come alibi.
Sono ancora tanti i passaggi da chiarire sull'omicidio di Loris Stival
L’avvocato di Veronica Panarello, Francesco Villardita, non ha ancora rilasciato dichiarazioni. Solo la settimana scorsa affermava che il processo mediatico ha visto la sua assistita colpevole dell'omicidio di Loris dalle prime ore e che attendeva avanzamenti della magistratura per far cadere tutte le accuse. Ora si pensa che possa richiedere delle consulenze psicologiche.
Restano ancora dei passaggi da chiarire, come i polsi legati e i pantaloni abbassati del piccolo Loris, ma si presume possano essere solo depistaggi che la donna avrebbe compiuto per sviare i sospetti. La Cassazione ha comunque respinto la richiesta di scarcerazione di Veronica Panarello, presentata dagli avvocati tempo fa, scrivendo che esiste un elevato grado di probabilità di colpevolezza dell’indagata, che risulta avere inoltre una personalità contorta.