Il famigerato “ottavo uomo” degli attentati di Parigi, Salah Abdeslam, 26 anni, belga di origine marocchina, sarebbe stato “verosimilmente” localizzato nella notte tra il 15 e il 16 novembre nel quartiere Molenbeek – il quartiere multietnico di Bruxelles dov’è nato e cresciuto - ma non si sarebbe proceduto all’arresto perché il codice penale belga vieta le perquisizioni tra le 23 di sera e le 5 di mattina.
Solo dopo quella fascia oraria le forze dell’ordine hanno potuto intervenire, ma ormai era troppo tardi.
La rivelazione del ministro della Giustizia belga
E’ stato il ministro della Giustizia belga Koen Geens a svelare, durante un programma televisivo, i clamorosi retroscena della fuga di Salah Abdeslam. Il jihadista sarebbe riuscito a scappare dopo gli attentati compiuti a Parigi la sera di venerdì 13 novembre, entrando nientemeno che in un mobile o forse un veicolo durante un trasloco in rue Delaunoy n.47 a Molenbeek, dove aveva trovato rifugio. In questo modo avrebbe potuto beffare la polizia, la quale secondo quanto prevede il codice penale vigente in Belgio, non può effettuare perquisizioni tra le 23 di sera e le 5 di mattina, proprio la fascia oraria in cui Abdeslam si è dileguato.
Questa rivelazione ha suscitato una ridda di polemiche e sfottò sui social network contro la mancanza di sicurezza.
Dalla Francia, minacce al Bataclan già dal 2010
Un’altra clamorosa rivelazione arriva dal settimanale satirico francese Canard Enchainé (“Anatra Incatenata”), secondo il quale gli inquirenti erano già a conoscenza nel 2010 di una minaccia terroristica al Teatro Bataclan di Parigi, dove il 13 novembre è avvenuto l’attentato più sanguinoso, costato la vita ad 89 persone tra cui la ricercatrice veneziana 28enne Valeria Solesin. Addirittura venne avviata un’indagine relativa ad un progetto di attacco, ma fu archiviata nel 2012.
Intanto l'allarme terrorismo continua in Francia, dopo che un uomo di origine marocchina, 37 anni, ha forzato con la propria auto l'ingresso principale dell'Hôtel national des Invalides, uno storico complesso monumentale oggi gestito dall'esercito nel quale si stava svolgendo una commemorazione delle vittime degli attacchi. Tuttavia secondo le autorità, il fermato non sarebbe un terrorista ma uno squilibrato, che non ha saputo spiegare le ragioni del suo gesto.