Non è stata una conferenza pacifista quella dell'8 dicembre in cui il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump, davanti alla platea di persone che lo hanno ascoltato stupite in seguito alle sue affermazioni razziali, ha fatto rivivere l'immagine del leader Benito Mussolini, che ai tempi della seconda guerra mondiale era riuscito a prendere il potere assoluto e il pieno consenso del popolo italiano.
Donald Trump è nato nel '46 (oggi quasi 70enne), ed è ritenuto da tempo uno degli uomini più ricchi del mondo. Ha sempre detto quello che pensava senza guardare in faccia nessuno, ma commettendo spesso delle gaffe surreali che variavano a seconda della tematica che riportava: se Hillary Clinton non soddisfa il marito come pensa di soddisfare l'America; a New York si gela e a noi serve il riscaldamento globale; dobbiamo chiudere internet per arginare il terrorismo; l'effetto serra? Bugie inventate dalla Cina; la differenza tra me e i candidati? Io sono onesto e la mia donna è la più bella; nessun magro beve Coca Cola light; la mia bellezza è che sono davvero ricco; insomma, tutte considerazioni che non l'hanno buttato giù dal piedistallo che cerca di imporlo come presidente degli Stati Uniti dal 2000 e che oggi anche i suoi stessi compagni di partito iniziano a temere e vorrebbero eliminare.
Contro l'America e il mondo
Rafforza la sua indole razzista le affermazioni e lo sdegno contro i messicani, la disabilità, le discriminazioni verso le donne e in ultimo s'aggiungono le considerazioni sui musulmani e il proibirne l'ingresso negli Stati Uniti, anche se aggiunge: solo finché l'America non avrà capito cosa sta accadendo. Nelle sue dichiarazioni, il leader repubblicano Donald Trump, conquista in Italia la simpatia di Matteo Salvini e di tutte quelle persone che risentono della mancanza di una nuova dittatura che cancelli 'lo straniero', portandolo ad aumentare in modo considerevole gli ultimi sondaggi che lo vedono spiccare il volo a un 65% in più di consenso.
A questo segue il lato oscuro dell'essersi messo contro ai molti potenti che ne hanno preso le distanze, considerandolo folle e incapace di poter governare un Paese grande come l'America.
Così si dissociano da lui il governatore del New Jersey -Chris Christie- e dell'Ohio -Joh Kasich-, Jeb Bush -43° governatore della Florida fino al '07- e Ben Carson -Candidato alle elezioni del '16 alla presidenza americana-. Ai personaggi di spicco s'è aggiunto anche il diniego di Mark Zuckerberg che, in quanto di origine e educazione ebrea ha contestato le parole del magnate americano, affermando che la sua educazione è stata rivolta all'apertura verso qualsiasi comunità e contro ogni suo attacco, facendo osservare che l'immagine visibile oggi agli occhi del mondo, è quella di gente perseguitata dalla fomentazione di inutili fonti di razzismo mirate a danneggiare e destabilizzare la libertà di tutti. Come leader di Facebook si è rivolto ai musulmani comunicando di essere un difensore convinto dei loro diritti e di essere certo che uniti sarebbe stato possibile creare un mondo migliore.