Nuove minacce per l'Italia. Questa volta, a lanciarle è il numero due dell’organizzazione di Al Qaeda nel Maghreb islamico. L'algerino Abu Ubaydah Yusuf al-Anabi, in un video di 23 minuti e 24 secondi, minaccia l'Italia. "L'Italia romana ha occupato Tripoli" è quanto sostiene il terrorista. Inserito dagli Usa nella lista nera dei terroristi più ricercati, Anabi considera un vero e proprio complotto, l'accordo firmato a Skhirat, nel mese di dicembre tra le città di Tripoli e Tobruk. 

Parole dure per l'Italia dal leader dell'Aqmi.

"La Libia si è venduta agli stranieri" - afferma Anabi con tono minaccioso - "l'Italia ha occupato il Paese e Tripoli: ve ne pentirete. A dare la notizia è l'agenzia mauritana 'al-Akhbar', in possesso di una copia del video. Il video parla di un generale italiano, del quale non si conoscono bene i dettagli. Questi viene definito come "capo di governo fantoccio" che ora comanda a Tripoli. Il terrorista forse si riferisce al generale Paolo Serra, "senior advisor militare dell'inviato speciale dell'Onu sulla Libia Martin Kobler".  

Governo italiano sotto il mirino qaedista. Anabi, nel video, definisce l'Occidente come "ingordo delle loro ricchezze e del loro petrolio".

Il terrorista accusa il mondo occidentale di essere tornato a riconquistare i loro territori perché avido del loro petrolio e delle loro ricchezze. Lo considera come un manipolatore del mondo in generale e della "ummah musulmana" in particolare. "Non siamo un popolo che si arrende" - minaccia Anabi - "dovrete passare sui nostri cadaveri. O vinciamo o moriamo".

Pesante minaccia per l'Italia dal terrorista algerino. L'estremista Al Qaeda si rivolge con tono minaccioso alla nazione italiana. "Vi morderete le mani pentendovi di essere entrati nella terra di Omar al-Mukhtar". Anabi si rivolge "ai nuovi invasori, i nipoti di (Rodolfo, ndr) Graziani", riferendosi al generale dell'epoca fascista e delle guerre coloniali italiane. "Ne uscirete umiliati e sottomessi, con il permesso di Dio", conclude il terrorista del Magreb islamico. Un messaggio, questo, che incute timore e che non va assolutamente sottovalutato.