Succedeva nel parcheggio del centro commerciale 'Freccia Rossa', a Brescia, ed ha come protagonisti i suoi clienti più assidui: gli adolescenti. Una vicenda che ha ben poco di edificante il giro di prostituzione minorile, finita al centro delle cronache cittadine, subito dopo quella della banda di baby criminali. Giovani che seminavano il terrore tra i coetanei e le commesse dei negozi.

In pieno giorno nel parcheggio sotterraneo scene degradanti

Scene che avvenivano sotto gli occhi dei clienti e dei commercianti, immagini imbarazzanti e degradanti, che nessun genitore con figli di quell'età vorrebbe mai vedere. I centri commerciali si assomigliano tutti, sia nella tipologia di negozi all'interno che nella presenza dei più giovani, spesso utilizzato da questi ultimi come luogo di ritrovo oppure per passare il tempo durante la 'bigiata' dalla scuola. Alle due del pomeriggio, dopo il suono della campanella, brulica di adolescenti che si danno appuntamento nell’area ristorazione. Sempre vestiti all'ultima moda, zaino sulle spalle, consumano panini e tranci di pizza senza mai distogliere lo sguardo dallo smartphone, immersi magari in qualche avvincente videogioco, infine vanno a fumare una sigaretta lontano da occhi indiscreti sulla balconata esterna. 

Alcune ragazze residenti in provincia raccontano: 'Eravamo a conoscenza della baby gang, infatti facciamo i nostri giretti per i negozi sempre con i lucchetti sugli zaini e le tasche ben chiuse.

Litigi e risse avvengono spesso ma non sapevamo nulla del giro di prostituzione, mai viste certe scene'.

Ci sono sempre state ragazzine che si prostituiscono nei parcheggi

'Non siamo affatto stupiti - riferisce un barista - non è certo una novità vedere delle adolescenti che si appartano, sia con ragazzi più grandi che con uomini adulti'. Sull'argomento, un secco 'no comment' arriva dalla direzione del centro commerciale, a parte una nota in cui dichiara che la sicurezza dei propri clienti è un'assoluta priorità per il Freccia Rossa, sempre attenta in materia di prevenzione'. In questa vicenda c'è da riflettere, sorge spontanea una domanda: ma i genitori dove sono?