La Corte Suprema indiana ha esteso fino al 30 aprile il permesso di convalescenza in Italia per il marò Massimiliano Latorre, il cui rientro era previsto per il 15 gennaio. Un'apertura che fa sperare anche per il collega Salvatore Girone, ancora detenuto a Delhi.

Potrà curarsi dall'ictus che lo ha colpito

La frase chiave che Roma e tutta l'Italia attendevano da Delhi è arrivata: "considerando il fatto che il governo indiano non ha obiezioni" ha precisato questa mattina il giudice Anil R Dave della Corte Suprema nell'annunciare che il fuciliere della Marina Militare Massimiliano Latorre potrà restare altri tre mesi in Italia a curarsi per gli esiti dell'ictus e dell'operazione al cuore di un anno fa che lo hanno coinvolto, anziché tornare in India venerdì 15 gennaio come previsto.

Che il governo di Damodardas Modi Narendra non si opponga vuol dire che lascia campo libero al collegio arbitrale internazionale, formato su istanza italiana per decidere dove debbano essere giudicati i due militari italiani, India, Italia o paese terzo, ma al collegio dei 5 arbitri, Roma ha chiesto che, in attesa del processo sia Massimiliano Latorre, i due marò possano tornare in Italia. 

Ma il governo indiano non è d'accordo

Con la decisione di estendere la decisione fino al 30 aprile, l'India lascia quindi al collegio arbitrale anche il tempo tecnico per affrontare la richiesta italiana, non meno di 2 mesi necessari perché ci vuole il tempo per esaminare l'esame delle carte e le udienze. In India intanto si fa pressing sul governo centrale indiano perché Latorre torni in India: "I marò italiani hanno commesso un crimine in territorio indiano e devono obbedire alla legge indiana", ha replicato Oommen Chandy (capo del governo del Kerala, stato al sud dell'India, dove vi fu l'uccisione di due pescatori indiani scambiati per pirati dai due militari della Marina Italiana). L'augurio di tutti è che questa spiacevole situazione possa risolversi per il meglio nel minor tempo possibile, con Girone e Latorre a casa.