È proprio vero che i tempi sono cambiati: ma in peggio! La diplomazia Italiana, sembrerebbe aver dimenticato l’Italico predominio di un tempo, quando le ragioni erano ben distinte e autorevoli, riscuotendo successi su scala mondiale: del mondo conosciuto, dando il giusto apporto alle intese politiche. Il caso dei due fucilieri della marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è senz'altro un mancato riscontro in chiave moderna a quanto predetto, una inconsueta incapacità diplomatica, mancando incisivamente con quel pizzico di predominio; riuscendo solo a preservare parti della ragione, diventando così, un incubo per i due Marò e i loro familiari.
Pochi sono stati i contributi per tentare di delineare la complessità dell’accaduto, per una compresa caoticità del momento. Ma come sostengono alcune fonti del web: "il peschereccio Indiano St. Antony, sembra che fuggisse dal luogo di una sparatoria, avendo sconfinato nelle acque territoriali del vicino Sri Lanka, rei di una presunta pesca di frodo, dirigendosi con foga incontrollata verso la Enrica Lexie, dove i Marò hanno presunto un attacco". Quindi, incredibilmente la verità può risiedere in tutto questo e sempre da fonti web: "il comandante Freddy Bosco del peschereccio Indiano St. Antony, havoluto inficiare in ogni modo la realtà, approfittando di uno sconsiderato e maldestro contributo, anche se involontario, degli ufficiali rappresentanti del Governo Italiano"; avendo omesso loro, una vera performance di acribia.
Marò, militari equiparati a contractor, regole di ingaggio anomale
I due Marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone,nella loro permanenza in India frustrante ed opprimente, sembrerebbe siano circondati da un clima ostile e intollerante degli stessi Indiani, che li considerano i veri responsabili dell’accaduto, tralasciando forse una certa avvedutezza, per un controllo più appropriato sull'equipaggio del peschereccio “St.
Antony”, di 11 persone. Anomale e non chiare regole di ingaggio hanno fatto il resto e creato fraintendimenti, prese di posizione civili e non militari, in quanto il capitano Umberto Vitelli della Enrica Lexie, che è un civile, ha risposto agli ordini dell’armatore e non all’Esercito, assecondando le richieste delle autorità indiane.
Analizzando quanto sinora capitatogli i due Marò hanno anche compreso che, se vi è stataqualche anomalia diplomatica, era dovuta solo in parte alla sconcertante catena degli errori commessi, da tutti gli attori coinvolti del governo Italiano; ma ha prevalso pretestuosamente, l’arbitrio degli indiani, snobbando una conciliante intesa tra le parti, ottusamente; per una vicenda che è in bilico tra farsa e tragedia. Discrepanze inammissibili; l'incompetenza ha fatto sì di lasciarli alla mercè degli indiani, iniziando un’odissea giuridico/diplomatica inidonea in questi casi, perché gestito da persone incapaci e troppo accondiscendenti.
Diplomazia scadente, errori e indebite rinunce
Le accuse per ora attribuite dall'alta corte di giustiziaiIndiana, sono di omicidio e associazione a delinquere, un tentativo infamante di risucchiare le vite innocenti dei due fucilieri.
In situazioni del genere è un suicidio usare il solo guanto di velluto della diplomazia, ma con audacia e immediatezzasi doveva intervenire con i servizi di intelligence avendo il compito di infiltrarsi negli ambienti scomodi, inducendo anche con una certa spregiudicatezza, i testimoni a parlare, che erano veramente a conoscenza dei fatti svolti, a partire dai pescatori singalesi. Inoltre, confutare oltre ogni ragionevole dubbio, le perizie balistiche, evitando gli stravaganti errori Indiani. Ma la superficialità Italiana nel gestire questa vicenda è stata sinora catastrofica, vi sono stati e ancora vi sono parecchi omissis da parte del Governo; anche l’aver rinunciato uno specifico interessamento della CRI e di alcuni Europarlamentari.