Il presidente cinese Xi Jinping è attualmente in visita in Arabia Saudita al fine di trovare un soluzione concreta alla questione siriana e per stringere nuovi accordi commerciali in Medio Oriente, in particolar modo per quanto riguarda le importazioni di petrolio. L'incontro di queste ore con l'Arabia Saudita dimostra chiaramente la volontà del governo cinese di intervenire nella lotta contro l'ISIS, anche a seguito dell'aumentare degli arruolamenti come "Foreign Fighters" di cittadini cinesi proprio all'interno del sedicente stato islamico.
Negli scorsi mesi centinaia di cittadini cinesi hanno attraversato la Malesia al fine di potersi unire all'esercito dell'ISIS e nella provincia dello Xinjiang sono stati arrestati 10 cittadini turchi che gestivano un traffico di passaporti falsi. Tuttavia, ciò che preoccupa la Cina è l'avanzare del Movimento Islamico dell’Est Turkestan integrato dagli uiguri, i musulmani dello Xinjiang, che costituiscono una vera e propria minaccia alla serenità e alla stabilità della zona. Per tali motivi, per la prima volta, la Cina ha deciso di prendere una posizione anche militare negli affari esteri abbandonando definitivamente la politica estera di basso profilo tenuta in questi anni.
Il petrolio al centro dell’incontro
A spingere la Cina a trovare accordi con i colossi del Medio Oriente, tuttavia, non sono solo motivi politici e militari. Occorre, innanzitutto, ricordare che la Cina è la prima per investimenti nel settore petrolifero iracheno e siriano. Proprio in Siria, con l’avvento dello stato islamico, Pechino ha dovuto abbandonare tutti gli stabilimenti petroliferi posseduti. Per tale motivo, considerato che la Cina è il primo acquirente di greggio nei Paesi del Golfo, Xi Jinping ha già firmato 14 accordi bilaterali incentrati prevalentemente sulla cooperazione energetica, sul settore industriale e sull’approvvigionamento delle materie prime. Per il settore petrolifero, in particolare, si è assistito all’accordo tra i due colossi petroliferi dei due Paesi, Sinopec e Saudi Aramco, che hanno raggiunto un accordo di massima anche sulla creazione in cooperazione di un reattore nucleare.
La Cina sta tentando, attraverso accordi e supporti economici, di creare un fronte in Medio Oriente in grado di contrastare l’ISIS garantendosi, nello stesso tempo, il costante afflusso di petrolio e materie prime in un momento in cui il Paese del Dragone presenta un importante rallentamento economico, destabilizzante per l’intera economia mondiale. Per tale ragione il viaggio del presidente cinese non terminerà in Arabia Saudita ma proseguirà prima in Egitto e poi in Iran.