Che sia un innovatore è fuori di dubbio, è il successore ideale di Karol Wojtyla nonostante tra i due ci sia stato un “Papa di transizione”. Joseph Raztinger se non altro è passato alla Storia come l’unico pontefice dimissionario ma per quanto riguarda alcune “storiche” aperture del Vaticano, nel futuro immediato di Jorge Mario Bergoglio ci sono due opportunità realmente rivoluzionarie.

Siamo certi che Papa Francesco le coglierà entrambe, a modo suo ovviamente. Deciso, fuori dalle etichette come nel suo stile ma anche molto diplomatico.

Quella tentazione chiamata Iran

Nessun pontefice è stato mai in visita in Iran e, ad onor del vero, l’ipotesi di una simile eventualità al momento non circola tra le sale del Vaticano. Ma se a gettar l’amo sarà il presidente iraniano Hassan Rouhani non è da escludere che Papa Bergoglio possa accarezzare una simile, storica opportunità. Per l’appunto il Capo di Stato di Teheran sarà in visita in Vaticano e già di per se è un nuovo "step" in avanti compiuto dall’Iran nel suo cammino di riavvicinamento a quell’occidente tanto “demonizzato” in passato dal regime degli ayatollah.

È dal 1999 che un presidente iraniano non varca i confini vaticani, allora fu Mohammad Khatami, passato alla storia come l’uomo che ha dato il via al processo di riforme nello Stato persiano. Fu presidente fino al 2005, prima del mandato del “duro” Mahmud Ahmdinejad. Tra le molteplici riforme apportate da Khatami all’Iran tra la fine degli anni ’90 ed i primi anni del XXI secolo non ci fu nulla in merito al disgelo con gli Stati Uniti d’America ma oggi con la presidenza Rouhani, dopo i recenti accordi tra Washington e Teheran, lo scenario sembra ben diverso. Pertanto non è da considerare un’ipotesi fantascientifica l’invito del premier iraniano rivolto a Papa Francesco. Non ci attendiamo l’ufficialità di un viaggio del pontefice in Iran a partire dalla prossima settimana, passeranno i mesi e non è detto che i tempi siano maturi ma è chiaro che Bergoglio potrebbe prendere in considerazione un eventuale invito.

E per l’Iran, in odore di un coinvolgimento diretto nella guerra contro l’Isis, una visita del Papa suonerebbe come un segnale chiaro all’indirizzo dello Stato Islamico. Di contro, le misure di sicurezza per un simile evento dovrebbero essere più che imponenti.

Unioni civili, Bergoglio mantiene posizioni tolleranti

Passando dalla politica estera alle questioni di casa nostra, Papa Francesco ha sempre dato segni di tolleranza per una tematica complessa quale quella delle unioni civili. È chiaro che non si trova nella condizione di mostrare un’apertura netta nei confronti della legge che approderà in Senato il prossimo 28 gennaio. Così, sebbene sia stata evidenziata una certa “accettazione mentale” da parte del Santo Padre e dei vertici della Conferenza Episcopale Italiana verso le unioni civili, soprattutto in tema di coppie omosessuali, Bergoglio ha recentemente invitato i fedeli “a non creare confusione sulla famiglia voluta da Dio ed ogni altro tipo di unione”.

Ma “mostrare amore misericordioso per quanti vivono situazioni diverse dalle nozze” sono parole dello stesso pontefice. Insomma, tradotto in parole povere, il Papa ribadisce la posizione ideologica della Chiesa ma nel contempo riconosce il valore legale dell’unione civile. Questo è sempre stato un atteggiamento rivoluzionario rispetto al passato. Ciò che succederà a Palazzo Madama non è affare diretto del Vaticano ed in più di una circostanza Papa Francesco ha ricordato alla Conferenza Episcopale Italiana che la politica non compete ai porporati. C’è da scommettere che il talento diplomatico di Bergoglio riesca a vincerla anche stavolta.