Gli inquirenti sono riusciti ad arrestare il presunto assassino di Lidia Macchi (20 anni al momento della morte) la ragazza uccisa a Varese nel 1987. Si è arrivati a lui tramite una lettera delirante che l'assassino scrisse ai genitori della giovane subito dopo il delitto. Si ipotizza che Lidia fosse stata violentata dal suo killer ed in seguito uccisa per punizione. L'unica "colpa" della povera ragazza nei confronti del suo aguzzino sarebbe stata quella di averlo "adescato".

Gli inquirenti hanno fatto dell'omicida della Macchi il ritratto di un vero e proprio fanatico accecato da una fede malata.

Un omicidio in nome di una fede malata 

Il fanatico omicida in questione potrebbe essere Stefano Binda (49 anni) che è dipendente dall'eroina. L'uomo è risultato essere pericoloso e, in quanto tossicodipendente, potrebbe uccidere ancora. E' stato proprio lui infatti ad essere stato arrestato, come presunto assassino della Macchi. L'uomo era un ex compagno di scuola della giovane e frequentava il suo stesso gruppo di Comunione e Liberazione. Lidia era una ragazza allegra, gioiosa e molto credente.

Poco dopo i suoi funerali, come già detto, i suoi genitori ricevettero una misteriosa lettera anonima. La missiva è stata pubblicata su diversi giornali alcuni mesi fa. Una donna ha riconosciuto la grafia dell'autore, un tipo di scrittura a lei famigliare, in quanto molto simile a quella di un suo amico. Ha dato così le opportune informazioni agli inquirenti che sono poi risaliti alla persona di Binda

I genitori hanno sempre creduto nella giustizia

Giorgio e Paola Macchi sono la madre e il padre di Lidia ed hanno accettato di farsi intervistare dallo staff della nota rivista settimanale Giallo. Paola ha dichiarato: "Sono trent'anni che aspettiamo, finalmente si fa luce sull'omicidio di Lidia.

La procura di Milano ha lavorato in silenzio". I genitori della giovane hanno infine ringraziato i giudici. Giorgio e Paola non hanno mai smesso di sperare nella giustizia e finalmente, a tre anni dall'apertura del caso, sembra che il mistero sulla morte della 20enne sarà presto risolto. Il magistrato che ha arrestato Stefano Binda ha infatti raccolto prove schiaccianti contro di lui, mancherebbero da ricostruire solamente alcuni aspetti del delitto. Se volete rimanere aggiornati su questo od altri casi di cronaca nera, cliccate sul tasto Segui.