Nuova svolta nelle indagini per l'omicidio di Lidia Macchi, la studentessa che era stata uccisa il 5 gennaio del 1987. Dopo ben 29 anni la procura di Milano ha individuato il presunto colpevole, si tratta di Stefano Binda, l'ex compagno di liceo della vittima. L'uomo laureato in filosofia aveva avuto problemi di tossicodipendenza e non lavorava. Viveva nella casa con la madre a Brebbia dove è stato arrestato dalla polizia. Ora si trova recluso nel carcere Miogni di Varese.
Il legale di fiducia di Binda, l'avvocato Sergio Martelli ha dichiarato: “Non riesce a spiegarsi come dopo tanti anni sia finito in questa situazione, continua a negare di aver ucciso lui Lidia”.
L'uomo dice di essere innocente e spera che tutto si chiarisca al più presto, nega anche di aver scritto quella lettera anonima inviata alla famiglia di Lidia. Intanto nella città dove risiedeva Binda la gente si dice stupita di questo avvenimento poichè l'uomo era conosciuto come una persona riservata e tranquilla.
Il primo interrogatorio dinanzi al giudice per le indagini preliminari è stato fissato per martedì 19 gennaio, l'accusa principale è quella di omicidio volontario. Un elemento importante è sicuramente la lettera anonima che era stata inviata ai genitori della vittima. In quella lettera una testimone avrebbe riconosciuto la grafia del Binda. Non è un messaggio qualunque, molti degli elementi del delitto erano descritti in maniera precisa.
La ricostruzione del fatto sarebbe questa: Lidia voleva aiutare Binda dai problemi con la droga e quando andarono al boschetto di Cittiglio lei si sarebbe rifiutata di avere un rapporto sessuale e l'uomo a poi reagito violentemente. L'uccisione della ragazza avvenne con 29 coltellate. Binda non ha un alibi per quella sera e la sua auto è stata vista da una testimone.
Ancora una volta ci si ritrova dinanzi ad un evoluzione dell'indagine, forse lè a volta buona che verrà fuori la verità sulla vicenda. Molti sono i delitti avvenuti nel corso degli anni, in Italia e tanti quelli irrisolti. Si spera che questo delitto non rimanga impunito.