Cronaca Avellino - Ancora una storia di violenze a abusi su persone anziane, ma stavolta la dinamica è davvero curiosa quanto drammatica. I fatti sono accaduti a Villamina, in provincia di Avellino, dove una badante ha picchiato e poi tentato di violentare sessualmente un anziano di 83 anni. La donna, 47 anni di nazionalità romena, svolgeva il ruolo di badante per l’anziano che si è trovato tra le grinfie della donna visibilmente ubriaca.

La badante aveva tentato di abusare sessualmente dell’83enne, ma le resistenze di quest’ultimo l’hanno fatta andare su tutte le furie. La donna ha iniziato a inveire contro l’uomo colpendolo con calci e pugni scaraventandolo a terra dopo una serie di percosse. I Carabinieri sono arrivati sul posto dopo essere stati avvertiti da una segnalazione anonima fatta, molto probabilmente, da qualche vicino che ha raccontato di sentire lamenti e rumori strani provenienti dall’abitazione dell’anziano signore. A loro arrivo i militari si sono trovati a dover affrontare la donna che ha opposto resistenza cercando di colpire anche gli uomini delle Forze dell’ordine.

A questo punto si è reso necessario l’intervento degli operatori del 118 che hanno riportando la situazione alla normalità tranquillizzando la badante. Per quest’ultima è stata avanzata denuncia per maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, lesioni personali e oltraggio a pubblico ufficiale. L’anziano, invece, è stato trasportato presso l’Ospedale di Villarminia per le cure del caso, all’ottantatreenne sono state riscontrate delle lesioni all’addome.

Storie di solitudine e disadattamento 

Non è certamente la prima volta che si sentono storie di questo tipo che raccontano di solitudine, da una parte, e di frustrazione e disadattamento dall’altra. Molti anziani o disabili vengono affidati alle cure di badanti che dovrebbero tutelarli e accudirli e, invece, sempre più spesso emergono storie come quella accaduta all’anziano di Villarminia anche se qui si aggiunge l’aggravante, per certi versi anche anomalo, della perversione.

Questo non vuol dire ovviamente che bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma così come accade per i bambini delle scuole, così come accade per le violenze alle donne, occorre trovare un sistema per tutelare le fasce più deboli.