Notte di scontri a Parigi, dove non accennano a placarsi le accese proteste iniziate ieri durante le manifestazioni contro il "job act" in salsa francese, che sarà presto discusso dal parlamento. Verso le 01:30 di stanotte la Polizia ha fatto irruzione in Place de la Republique, dove da un mese si ritrovano ogni sera i manifestanti. Al loro rifiuto di evacuare la Piazza, come disposto da un'ordinanza del Comune di Parigi, le autorità francesi hanno risposto con la forza.

Ci sono stati 50 fermi, che vanno ad aggiungersi a quelli effettuati durante il pomeriggio di ieri.

Violenti scontri già durante la giornata di ieri

I primi scontri tra manifestanti e forze dell'ordine si sono verificati già nelle prime ore della giornata di ieri, a Parigi ma anche a Nantes, Rennes, Lione e altre città. I manifestanti hanno scagliato sampietrini e altri oggetti verso le forze dell'ordine, che hanno risposto con il lancio di lacrimogeni e "granate assordanti" per disperdere la folla. Il bilancio complessivo parla di almeno 24 agenti rimasti feriti, 3 dei quali in modo grave, e 124 manifestanti posti in stato di fermo.

Non è stato reso noto invece, il bilancio dei manifestanti rimasti feriti duranti gli scontri, anche se quantificarlo con precisione è un'impresa ardua, visto che solitamente molti evitano di fare ricorso alle cure mediche per evitare di essere identificati. Gli scontri sono stati duramente condannati dal governo francese e dai sindacati, che però hanno posto l'accento sui metodi troppo duri delle forze dell'ordine. 

Movimenti francesi sul piede di guerra

Quella di ieri, culminata con pesanti scontri, era la quarta giornata di mobilitazione contro la riforma del lavoro, che il parlamento francese si appresta a discutere la prossima settimana. Una riforma che in nome del "favorire l'economia e la creazione di nuovi posti di lavoro" riduce i diritti e le tutele per i lavoratori, un trend che accomuna l'intera "Europa dell'Austerity".

Alle manifestazioni hanno preso parte 170.000 persone, secondo le fonti governative, mentre per gli organizzatori sarebbero stati oltre mezzo milione. Le proteste sono riuscite a fare finire in secondo piano la conclusione delle operazioni di trasferimento in Francia di Salah Abdeslam, ritenuto uno dei responsabili dell'attentato al Bataclan del novembre scorso.