Scandalo nella sanità calabrese. A Reggio Calabria, nella mattinata di oggi, giovedì 21 aprile, i funzionari militari hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Antonino Laganà ai medici e al personale sanitario dell’ospedale dei reparti di ginecologia, neonatologia e anestesia. Gravissime le accuse: falso ideologico e materiale, occultamento di atti ufficiali, morte di due neonati, invalidità di un neonato, lacerazioni e aborto procurato senza il consenso della donna.

Inchiesta "Mala Sanitas": arrestati e indagati vari medici

Nell'ambito dell'inchiesta “Mala Sanitas”, avviata dalla procura dopo le varie denunce di coppie reggine che avevano perso le loro creature alla nascita, due i bambini morti, uno invalido e denunce per maltrattamenti alle partorienti è emerso uno scenario terrificante che coinvolge gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Gli inquirenti denunciano un terrificante sistema di copertura illecito. Le accuse sono di aver nascosto e coperto vari errori dei medici che hanno portato alla morte di due neonati, a rendere invalido al 100% un altro piccolo, a procurare un aborto senza consenso della donna e a manovre e interventi sbagliati che hanno causato lacerazioni gravi ad alcune partorienti.

L'intero apparato medico sembra si sia adoperato per nascondere tutti gli errori commessi ed evitare di dover affrontare le proprie responsabilità giudiziarie. Nel fascicolo riguardante le indagini si trovano anche delle intercettazioni che coinvolgono il ginecologo Alessandro Tripodi, nipote di Giorgio De Stefano, arrestato poco tempo fa nell’inchiesta “Sistema Reggio”. Proprio Tripodi è finito ai domiciliari insieme all'ex primario di ginecologia Antonio Vadalà, e ai ginecologi Daniela Manunzio e Filippo Saccà. Altre sette persone invece risultano indagate, si tratta della neonatologa Mariella Maio, dell'ostetrica Giuseppina Gangemi, di Gigi Grasso e Annibale Musitano che sono anestesisti, e dei ginecologi Francesca Stiriti, Antonella Musella e Salvatore Timpano. Sono tutti accusati di vari reati che vanno dal falso ideologico e materiale ad aborti non richiesti.

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