La Turchia ha stretto un accordo a marzo 2016 con l’Unione Europea che consentirebbe ai cittadini turchi di viaggiare in Europa senza visto a partire dalla fine di giugno 2016. In cambio del patto fortemente voluto dalla Merkel e dal leader turco Erdogan, la Turchia si sarebbe impegnata a fermare il flusso dei migranti verso la Grecia e ad offrire cooperazione giudiziaria sui crimini che coinvolgono i membri dell’Unione Europea.
Su quello che appare più un ricatto che un accordo, molti appartenenti alla Commissione Europea avrebbero espresso severa preoccupazione per una manovra che esporrebbe il paese a un più elevato rischio di attacco terroristico.
Cosa prevede l’accordo
In particolare 75 milioni di cittadini provenienti dalla Turchia, in virtù del nuovo e imminente accordo, avranno il diritto di entrare nella zona Schengen per un massimo di 90 giorni con il solo passaporto biometrico, senza essere sottoposti a registrazione e raccolta di impronte digitali, una procedura fondamentale per la vigilanza anti terrorismo.
Molti membri della Commissione Europea riconoscono che la maggiore libertà di movimento nello spazio Schengen favorirebbe l’ingresso di potenziali criminali e terroristi, elevando il rischio attentati in maniera esponenziale.
Sir Richard Dearlove, ex capo del MI6 (l’agenzia di spionaggio per l’estero della Gran Bretagna) avrebbe pubblicamente avvertito che approvare un siffatto accordo sarebbe come buttare benzina sul fuoco e che l’Europa si troverà ad affrontare molto presto una rivolta populista se non sarà in grado di controllare la migrazione.
Gli scenari che si prospettano
Ad aggiungersi a questa imminente riforma, arriva una proposta dell’Unione Europea di offrire ingressi senza visto per migranti turchi in Kosovo, Ucraina e Georgia, paesi già minati dalla criminalità organizzata. Il Kosovo in particolare con 300 combattenti usciti dal paese per unirsi a Isis in Siria e Iraq, ha dimostrato di essere un governo inefficace nell’intercettazione dei terroristi. Inoltre il Kosovo è un percorso noto per il contrabbando delle armi recuperate dal conflitto dei Balcani; la mafia turca, che già traffica in farmaci, schiave del sesso e armi, con la liberalizzazione degli ingressi potrebbe godere di una decisa espansione territoriale.
Individui pericolosi, senza obbligo di subire procedure di identificazione, avrebbero una maggiore capacità di entrare e uscire dall’Europa indisturbati. Il passaporto turco diventerebbe infine molto ambito da molti cittadini stranieri disposti a falsificare i documenti o a utilizzare altrui identità con l’inganno, per poter godere dei vantaggi del libero ingresso.
Un accordo, quello proposto dalla Turchia, che si rivela a tutti gli effetti come una reale minaccia per la sicurezza interna europea, già duramente colpita dagli attacchi terroristici.