Avevano documentato un traffico d'armi verso la Siria, rilevando la presenza di tir dei servizi segreti turchi che avevano attraversato il confine tra i due Paesi. Le armi erano probabilmente dirette a gruppi estremisti che combattono contro le milizie curdein Siria. Car Dundar ed Erdem Gul, rispettivamente direttore e caporedattore del quotidiano "Cumhuriyet", sono stati processati ad Istanbul e condannati a cinque anni e dieci mesi di reclusione ciascuno. Per entrambi il reato contestato è "rivelazione di segreti di Stato". I giudici li hanno invece assolti dalle accuse di "spionaggio".
Car Dundar, poche ore prima della sentenza, era stato aggredito davanti il Palazzo di Giustizia di Istanbul da un 40enne pregiudicato, tale Murat Sahin, che ha esploso anche due colpi di pistola. Per fortuna non ci sono stati feriti, l'aggressore è stato fermato dalla polizia. La sentenza e l'accaduto dinanzi al Tribunale la dicono lunga sul clima che si respira in Turchia e sul giro di vite che il governo sta ponendo alla libertà di stampa. In questi giorni, tra l'altro, è stata annunciata la chiusura del quotidiano "Zaman", tra le maggiori "voci" dell'opposizione al governo di Recep Tayyp Erdogan.
Muro contro muro con l'Europa
Il presidente turco ha inoltre pronunciato parole di fuoco contro l'Unione Europeache ha chiesto al governo di Ankara di modificare l'attuale legge sul terrorismo.
La richiesta viene considerata necessaria da Bruxelles nell'ambito degli accordi che dovrebbero portare alla liberalizzazione dei visti dei cittadini turchi che entrano nei Paesi dell'Unione. Ma Erdogan non ha intenzione di cedere di un millimetro, nemmeno per ottenere l'esenzione dei visti Schengen da parte dei suoi concittadini.
"Non cambieremo le nostre leggi, piuttosto l'Europa non permetta ai terroristi curdi di montare le tende accanto al Parlamento (il riferimento è allo scorso marzo, al gazebo montato a Bruxelles dai curdi siriani, ndr). Evidentemente - ha aggiunto Erdogan - le strade della Turchia e dell'Europa sono diverse e forse è il caso che ognuno vada per la sua strada".
Un muro contro muro con l'Europa che a questo punto mette a rischio anche i recenti accordi sulla questione migranti. Unite alle attuali campagne contro la libertà di stampa nel Paese ed al siluramento del primo ministro Davutoglu, sono i segnali inquietanti di una deriva autoritarista che in Turchia sembra ormai inarrestabile.