I bitcoins sono la moneta digitale creata nel 2009 più accettata per quella vasta gamma di beni e servizi che richiedono l’anonimato, come grandi trasferimenti internazionali di denaro, acquisto di armi e droga fino al riscatto pagato per dati criptati da virus informatici. Si stima che attualmente vi siano in circolazione 15,5 milioni di bitcoins per un valore di circa $ 450 a Bitcoin.

Non esiste una banca centrale bensì un database distribuito dalla rete che traccia le transazioni e sfrutta la crittografia per la gestione funzionale, quale la stessa emissione di nuova moneta. La particolare forma della rete dei bitcoins rende impossibile a qualunque autorità anche governativa il blocco della rete e la svalutazione della moneta elettronica.

In Italia sono presenti 5 ATM nei quali è possibile effettuare prelievi o versamenti in bitcoins sul proprio conto che non sono integrati nel normale circuito Visa o Mastercard.

Chi è veramente Satoshi Nakamoto

Il nome associato all’inventore del bitcoin è da sempre quello di Satoshi Nakamoto, uno pseudonimo sulla cui reale identità si sono aperte molte ipotesi mai verificate con certezza. 

Ma nel dicembre 2015 le due riviste Wired e Gizmodo pubblicarono articoli di inchiesta dove emerse il nome dell’imprenditore australiano Craig Wright come vero creatore della moneta digitale.

Gli articoli scatenarono immediate perquisizioni da parte delle autorità australiane nella casa e negli uffici di Wright ma pare che il raid sia stato motivato alla fine solo da inchieste puramente fiscali e non da coinvolgimenti nel progetto del bitcoin.

Dopo mesi di negoziazioni, Wright è venuto allo scoperto rilasciando un’intervista congiunta a BBC, The Economist e GQ dove rivela la sua identità fornendo prove tecniche mediante l’utilizzo di chiavi di crittografia che solo il presunto creatore Nakamoto sarebbe stato in grado di conoscere.

L’intento di Wright è di porre fine alla speculazione della stampa circa l’identità di Satoshi Nakamoto e ancor più alla campagna di persecuzione mediatica cui lo stesso Wright è stato sottoposto dopo le inchieste del dicembre 2015.

“Avrei preferito non farlo - ammette nell’intervista Wright - non avevo alcuna intenzione di esporre pubblicamente il mio volto. Io voglio solo lavorare e continuare a fare ciò che stavo facendo, non voglio denaro e nemmeno fama. Voglio essere lasciato in pace”.

Satoshi Nakamoto, o chi per esso, si presume abbia accumulato circa 1 milione di bitcoins per un valore totale di 450 milioni di dollari.

Il silenzio, ora è il caso di dirlo, è d’oro.