Maria Luisa Fassi, 54 anni, è stata uccisa nel suo negozio con 45 coltellate il 4 luglio 2015 durante un tentativo di rapina. Folletto era stato arrestato venti giorni dopo, a seguito di indagini eseguite in collaborazione con esperti del Ros convocati da Roma: era stato scoperto grazie alla telecamera di sorveglianza di un locale nei pressi della tabaccheria e durante l’interrogatorio ha ammesso le proprie responsabilità.
Il pm Luciano Tarditi e l’avvocato della famiglia della vittima, Pier Paolo Berardi, avevano chiesto il massimo della pena, l’ergastolo, mentre i legali dell’imputato – che alla lettura della sentenza da parte del giudice Alberto Giannino è scoppiato in lacrime – hanno cercato di ottenere delle attenuanti, invocando il fatto che l’uomo fosse affetto da “ludopatia”, il vizio del gioco. Soddisfatta la parte civile, che comprende anche la famiglia di Valter Vignale, marito di Maria Luisa.
Le aggravanti
A Pasqualino Folletto è stata contestata la piena capacità di intendere e di volere, quando ha commesso il delitto, l’aggravante della crudeltà e per la prima volta dal punto di vista giuridico l’aggravante di aver commesso l’omicidio per compiere un altro reato, la rapina.
E la confessione resa dall’assassino? Ha poco peso, perché egli non ammise di aver rubato, prima di darsi alla fuga, decine di “gratta e vinci”, per utilizzarli nei giorni successivi ed incassarne le relative vincite.
I risarcimenti (formali)
Sono stati accordati anche cospicui risarcimenti per i familiari di Maria Luisa Fassi, ma di fatto si tratta di una richiesta che non potrà essere soddisfatta, poichè il condannato non possiede una cifra simile: rispettivamente 250 mila euro dovrebbero andare al marito, al figlio, alla figlia, ai genitori della donna ed oltre a 75 mila euro a sua sorella per un totale di un milione e 325 mila euro.
Silvia Merlino, legale di Folletto, ha annunciato che presenterà ricorso “soprattutto per far cadere l’aggravante della crudeltà”.
Mentre Pier Paolo Berardi, avvocato di Valter Vignale, ha parlato di “una pena congrua rispetto al delitto compiuto con tanta efferatezza” che ha scioccato Asti e l’Italia.
La famiglia di Maria Luisa è proprietaria di un ristorante conosciuto nel capoluogo piemontese e stellato da Michelin. Anche lei ci aveva lavorato come chef, prima di aprire la tabaccheria. E’ circolata anche una fotografia in cui la donna veniva salutata con sua sorella Maura da un ospite d’eccezione: il futuro santo Papa Giovanni Paolo II, indimenticato pontefice predecessore del Papa Emerito Benedetto XVI e del Papa attuale, Francesco.