Bologna, 31 maggio: una donna di 34 anni al settimo mese di gravidanza accusa forti dolori allo stomaco, dopo aver bevuto quella che pensava essere una bibita gassata, e viene ricoverata d'urgenza presso l'ospedale Maggiore. Sottoposta immediatamente alla lavanda gastrica, la 34enne di origini toscane, infermiera domiciliare, si troverebbe tutt'ora in prognosi riservata, mentre il feto non sembrerebbe aver subito danni.

Dapprima le indagini da parte delle forze dell'ordine si sono concentrate sul market in cui era stata acquistata la bevanda (da mezzo litro) contenente la sostanza corrosiva, escludendo però immediatamente che la bottiglia fosse stata manomessa prima dell'acquisto.

In questi giorni, infatti, l'attenzione dei carabinieri si è soffermata sulle persone più vicine alla donna: hanno interrogato colleghi, vicini di casa, amici e parenti stretti, infine i sospetti si sono concentrati sul compagno dell'infermiera che, dopo un lungo interrogatorio, ha ammesso di aver versato del liquido per lavastoviglie nella bevanda.

Avvelena la compagna per farla abortire

In queste ore sono emersi ulteriori dettagli sulle motivazioni che hanno spinto l'uomo a compiere l'insensato gesto. Durante l'interrogatorio, il fidanzato ha raccontato dello stato d'angoscia che lo aveva pervaso sin dall'inizio della gravidanza, in quanto la relazione con la coetanea era iniziata poco prima. Ad aggravare il suo stato emotivo c'era stato l'esito di un'ecografia che aveva rilevato dei seri problemi fisici nel bambino, che lo avrebbe spinto a cercare di provocare l'aborto avvelenando la donna.

Il pm Giuseppe Di Giorgio ha convalidato lo stato di fermo nei confronti del giovane che, molto probabilmente, verrà processato con l'accusa di tentato omicidio.

Questo ennesimo episodio di violenza contro le donne ha suscitato reazioni di condanna anche da parte della parlamentare Michela Marzano che ammonisce: “Non parlate di raptus, si tratta di rapporti disumani.”

Il ministro Lorenzin, invece, parla di un vero e proprio bollettino di guerra. Impossibile, infatti, non pensare a Sara Di Pietrantonio, strangolata e data alle fiamme dall'ex fidanzato, e a tutte le donne che ogni giorno subiscono violenze e non denunciano per paura di ritorsioni.