Nella Capitale continua l'emergenza migranti in Via Cupa, zona Tiburtina, dove la situazione igienica e sanitaria è assai precaria. Gli attivisti che gestivano il Baobab, chiuso tra mille polemiche dal Comune di Roma, hanno allestito un campo di fortuna per accogliere i migranti che giungono in città e non hanno un tetto. La tendopoli ospita attualmente 400 migranti, in attesa che sia trovata loro una sistemazione migliore in centri adeguati.
Gli attivisti del Baobab chiedono che sia assegnato loro un nuovo immobile ma per ora, nonostante gli impegni assunti dal Commissario Tronca al momento della chiusura del centro, non sono riusciti ad ottenerlo.
Anche a Milano si moltiplicano gli accampamenti di fortuna. Da circa un mese trenta migranti vivono sotto i cavalcavia della tangenziale est, in condizioni a dir poco precarie, circondati da cumuli di spazzatura. Ma nessuno sembra accorgersi della loro presenza. Eppure non si tratta di "clandestini" ma di richiedenti asilo che, a giudicare dalle loro storie e dalle cicatrici che alcuni portano addosso, sembrano in possesso dei requisiti per l'ottenimento dello status di rifugiato.
Roma, situazione fuori controllo
Da settimane alcune centinaia di migranti sono accampati in Via Cupa, in zona Tiburtina, una situazione che ha esasperato e scaldato gli animi del quartiere dove la gente è sempre più intollerante man mano che la situazione peggiora e va per le lunghe. Attualmente i migranti presenti sono quattrocento e la situazione suscita preoccupazione anche a livello sanitario. Sul posto ci sono materassi adagiati per strada, abiti appesi alle piante e appoggiati sugli arredi urbani mentre, vicino ai bagni chimici, c'è un odore nauseabondo. La neo sindaco di Roma Virginia Raggi ha preso impegni precisi: ha promesso di risolvere la questione entro una settimana.
La chiusura del Baobab
I problemi di Via Cupa sono iniziati dopo la chiusura del Baobab, un centro autogestito a costo zero per le istituzioni, che garantiva un tetto a numerosi migranti che arrivavano in città e non riuscivano ad essere inseriti in altre strutture. Il Baobab era diventato un punto di riferimento tra i migranti e, anche dopo la sua chiusura, molti migranti continuano a recarsi all'indirizzo, trovando chiuso il centro.
Milano, l'accampamento sotto il viadotto della tangenziale est
Se a Roma la situazione è calda, anche nella periferia di Milano si stanno moltiplicando gli accampamenti di fortuna. Sotto il viadotto della tangenziale est, in corrispondenza con l'uscita di Linate, da un mese sopravvivono in condizioni a dir poco precarie, un gruppo di trenta migranti, provenienti dal Pakistan e dall'Afghanistan.
Alcuni di loro, riporta "Il Giornale", sono scappati dalle grinfie dei talebani, oltre che dalla miseria. Un migrante di 36 anni ha mostrato ai giornalisti un braccio con le cicatrici dovute all'esplosione di una mina antiuomo, lasciata dai sovietici durante la guerra contro l'Afghanistan che è durata dal 1979 al 1989, ma che continua a mietere vittime. Sono scappati sperando in un futuro migliore ma si ritrovano a dormire su delle tavole di legno. Sono in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato ma, nel frattempo, sono abbandonati a se stessi.