E' ancora emergenza migranti a Como, mentre dalla Commissione Europea si leva il monito di porre particolare attenzione al confine tra Italia e Svizzera. In Sindaco della città è già all'opera con il Prefetto per cercare un'area nel territorio comasco, da attrezzare per i migranti. Non sarà certo facile trovare un fazzoletto di terra in quell'area da attrezzare con container e bagni chimici per creare un campo di accoglimento migranti, mettendo a dura prova la proverbiale tranquillità della cittadina. 

L'emergenza migranti a Como

Finora la situazione è stata gestita bene, grazie e soprattutto all'importante opera delle associazioni di volontariato, che sin da subito hanno messo a disposizioni uomini e mezzi per far fronte ad un'emergenza, che probabilmente neanche la stessa amministrazione comunale poteva mai pensare di fronteggiare. Ma ora la situazione è insostenibile, come ha anche ammesso lo stesso Primo Cittadino.

Non si può ulteriormente consentire ai ben cinquecento migranti di dormire e bivaccare tra le vie cittadine e nei bellissimi parchi pubblici. Soprattutto per una questione di igiene e salute, oltre che di sicurezza. Molti di loro sono stati ospitati anche in delle scuole, ma con l'inizio dell'anno scolastico occorrerà trasferirli da qualche altra parte. Il loro unico sogno è poter varcare il confine e raggiungere finalmente ciò che, anche per molti italiani, è considerato un vero Eldorado: la Svizzera.

La commovente storia di Ahmed

Tra i cinquecento migranti ci sono anche tanti ragazzi e bambini.

Come Ahmed, di Rashid Kafr El Sheik, che a soli 13 anni ha sfidato il mare per raggiungere le coste italiane, con un solo obiettivo: curare il fratello. I due ragazzi sono infatti arrivati due giorni fa a Lampedusa, navigando su un barcone per giorni insieme a centinaia di persone. Quando Ahmed è sceso dalla barca, teneva un foglio bianco in mano attestante la patologia del fratello, scritto dal loro medico di famiglia prima di partire. Ecco forse è per questo che Ahmed vuole raggiungere la Svizzera il prima possibile, per far curare il fratello e salvargli la vita. Ma queste storie di ordinaria disperazione colpiscono forti allo stomaco, mentre le amministrazioni invocano più regole e strumenti per affrontarle e tra la cittadinanza aumenta sempre più lo sdegno ed il malumore