Nel ciclone di minacce e di azioni repressive, che hanno scritto pagine ignominiose nella storia della Turchia del dopo-golpe, si inserisce un nuovo vortice di dichiarazioni e ultimatum da parte del leader turco, Recep Tayyip Erdogan.Forte della crescente e inspiegabile popolarità nel proprio paese, nonchè dell'appoggio di Mosca, Erdogan tuona contro l'Ue, già nel suo mirino da tempo.Questa volta, con indiscutibile astuzia geo-politica, fa leva su uno dei problemi più rilevanti dell'attuale panorama internazionale: il flusso di migranti.

A rischio l'accordo con l'Ue

Nel corso di un'intervista al quotidiano francese Le Monde, Erdogan mette in rilievo, con il suo consueto tono intimidatorio, le pecche della politica europea. E, facendo leva sull'oggettiva situazione di crisi migratoria attuale, dichiara: "l'Ue non si comporta in maniera sincera con la Turchia". Successivamente evidenzia il disinteresse dell'Ue per la situazione del proprio Stato, minato dalle sottili macchinazioni dei filo-Gulen, e da ultimo dichiara: "L'unica preoccupazione dell'Ue è che i tre milioni di rifugiati, attualmente in Turchia, non arrivino nel suo territorio". Conclude poi con la stoccata finale anti-europeista: "Se le nostre richieste non saranno soddisfatte, le riammissioni non saranno più possibili".

E l'Italia che fa?

La Turchia, attualmente, è un bacino colmo di disperati, oltre 3 milioni, di varia provenienza. Dalla vicina Siria, dall'Afghanistan e dall'Iraq. Uomini, donne, bambini, persone e non merce di scambio, persone che, attraverso corridoi umanitari, cercano la salvezza da guerre e continue azioni terroristiche.Le dichiarazioni di Erdogan, che arrivano in un momento in cui molte nazioni europee, e in prima linea l'Italia, sono al collasso destano non poche preoccupazioni.

Se le minacce del 'sultano' dovessero tramutarsi in realtà oltre tre milioni di profughi cercherebbero nuovi varchi nella rotta balcanica verso l'Europa.Il Viminale è in allerta, ma non risulta, almeno ufficialmente, alcun piano o strategia allo studio.Con la sua usuale politica del non-intervento preventivo il governo italiano, attraverso le dichiarazioni del Direttore del Dipartimento Libertà civili e immigrazione, Mario Morcone, rassicura l'opinione pubblica.

'Sono solo minacce, e poi sarebbe un problema della Grecia', dimenticando la grave crisi che attanaglia questo Paese e che mina la stabilità della fragile Unione Europea.Ma non c'è da preoccuparsi, c'è l'accordo italiano con l'Albania. 'Lì abbiamo i nostri uomini', questa l'affermazione di Mario Morcone.Lasciamo fare fiduciosi ai funzionari del Viminale e ai nostri uomini dell'intelligence che da mesi lavorano a Tirana con il governo albanese.