Tensioni questa mattina di fronte alla Prefettura di Firenze. Un gruppo composto da cinquanta persone ha tentato di fare irruzione all'interno degli uffici situati in via Cavour. Dopo il rogo che ha distrutto il capannone residenza adibito a Sesto Fiorentino, i migranti, ospitati ora presso il palazzetto dello sport della cittadina toscana, hanno manifestato di fronte alla prefettura di Firenze, con lo scopo di sollecitare le istituzioni toscane alla giusta sepoltura di Alì, ragazzo 38enne rimasto vittima del rogo.

Le squadre antisommossa, accorse sul luogo dell'assalto, hanno contrastato e impedito l'avanzata del gruppo, causando la contusione di due manifestanti.

Senza dimora

Le tensioni scaturite stamane a Firenze sono sinonimo di un clima di instabilità e tensione all'interno della comunità di profughi toscana. Il gruppo manifestante ha cercato di sollecitare la Prefettura, attraverso la manifestazione, alla risoluzione del dramma che ha portato la distruzione del capannone-residenza messo loro a disposizione. La motivazione della protesta, oltretutto, è da individuare anche nella volontà dei profughi a partecipare in delegazione al comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico che, la prefettura di Firenze, ha tenuto questa mattina nei suoi uffici.

Degna sepoltura

«Chiediamo una sepoltura dignitosa per il ragazzo morto nel rogo del capannone», questa l'affermazione rilasciata a La Stampa da Luca Toscano, un esponente del Movimento lotta per la casa che ha guidato la protesta verificatesi stamane a Firenze. Il rogo di Sesto Fiorentino, infatti, ha causato la morte di Alì, profugo di 38 anni residente all'interno del centro. Il gruppo di protesta attende ora una giusta sepoltura per il ragazzo rimasto vittima dell'incendio che, vista la delicata e temporanea situazione di residenza della vittima, il comune di Firenze è restio a concedere. «Il Comune di Firenze - continua Toscano - non sa trovare una soluzione per la sepoltura di Alì, perché lui era senza una residenza. Anche il Comune di Sesto Fiorentino ci ha detto che non ha soldi per pagare il cimitero al nostro fratello».