Non si sa ancora se la data di morte di Luca Abete, il famoso inviato di Striscia la Notizia, sia una vera minaccia o un semplice scherzo macabro. Sicuramente la prima ipotesi non è da escludere visto i recenti screzi che Luca Abete ha avuto durante la sua attività giornalistica.
"Il prezzo da pagare"
Luca Abete ha commentato in un post su Facebook: "E' il prezzo che paga chi con coraggio racconta realtà scomode e taciute da tutti".
Non è la prima volta che l'inviato viene minacciato di morte. Nel 2014 sulla sua pagina di Wikipedia era stata aggiunta la sua data di morte con il commento "Ucciso dalla camorra perché troppo scomodo". Fortunatamente quella modifica non ebbe alcuna conseguenza.
Il servizio burrascoso di Luca Abete
Molti si ricorderanno del servizio andato in onda durante l'ottobre scorso. Luca Abete era andato ad intervistare il ministro dell'istruzione Stefania Giannini. Alcune forze dell'ordine avevano iniziato subito ad offenderlo. Dalle parole, i funzionari di Polizia, erano poi passati ai fatti. Il filmato delle violenze venne in seguito diffuso dalla redazione di Striscia la notizia.
Luca Abete lavora come invitato in Campania da quasi 10 anni. Molte inchieste di Abete sono spesso finite con minacce e violenze fisiche. Oltre alla modifica fatta nella pagina di Wikipedia, l'inviato è stato minacciato con una pagina Facebook intitolata "Luca Abete che prima o poi morirà ammazzato a Napoli". L'inviato ha commentato: "Non c’è dubbio che Napoli sia una città ricca d’arte, storia e bellezza, ma purtroppo, non è solo questo". Secondo l'inviato, ignorare il "lato oscuro" di questa città non fa di certo bene ai suoi cittadini. Bisogna quindi non arrendersi e lottare.
Abete non intende cedere alle minacce. Ha infatti dichiarato che continuerà con la sua attività di giornalista nelle regione Campania.
La sua speranza è quella di aiutare, attraverso le sue inchieste, tutte quelle persone che tutti i giorni vengono messe in ginocchio dalla criminalità organizzata, perché alla fine, come lui stesso scrive, "I più forti siamo noi".