Sul caso Poggi emergono ulteriori dettagli che fanno riferimento alla concreta sussistenza della compatibilità tra il DNA del neo indagato, Andrea Sempio, e quello rinvenuto sulle unghie di Chiara. Tale orientamento è dato dalla perfetta leggibilità e confrontabilità del materiale genetico presente sulle mani della vittima, un dato che per la famosa genetista Marina Baldi appare scientificamente inconfutabile.

Un DNA perfetto

La genetista Marina Baldi, esterna alle indagini, ha effettuato un'analisi su tutti i dati scientifici emersi nel caso di Garlasco. Il risultato di questo studio ha generato un ulteriore terremoto mediatico: il DNA sulle unghie di Chiara sarebbe perfetto, secondo la Baldi, e sarebbe "perfettamente confrontabile" e leggibile come lei stessa dichiara al settimanale Giallo. Per l'accusa, invece, quel materiale genetico "non è utilizzabile". La tesi sostenuta dalla genetista è però contraria a questa ipotesi: "La traccia non è corrotta, può essere utilizzata per un confronto".

Ma il colpevole resta Stasi

Marina Baldi prosegue nelle sue dichiarazioni, ribadendo la genuinità della sentenza definitiva emessa a carico di Alberto Stasi, che resta così il colpevole: "Ritengo comunque che il processo per il delitto di Chiara ha già un suo colpevole con sentenza passata in giudicato, che deve quindi essere rispettata, basata su molti altri fatti che sono chiaramente spiegati nelle motivazioni per me del tutto condivisibili". Nonostante il DNA sia proprio quello di Andrea Sempio, sostiene la Baldi, questo non fa di lui il colpevole. Certo è, per la genetista, che la presenza di quel materiale biologico getta le basi per una rilettura di alcuni elementi che in sede di prime indagini sono stati trascurati o non repertati.

Bagarre continua tra accusa e difesa

Continua la bagarre tra accusa e difesa. La notizia trapelata nei giorni scorsi in merito alla negata revisione del processo a carico di Alberto Stasi, si è rivelata tecnicamente errata: non è mai stata presentata alcuna istanza di revisione da parte della difesa. Il 'non luogo a provvedere' si è formalizzato sulla base degli esiti delle indagini difensive condotte dai legali di Stasi, depositati presso la Procura di Milano e trasmessi "sic et simpliciter" alla Corte di Brescia, cioè in assenza di pareri o istanza della difesa. I legali di Alberto hanno dichiarato che quella depositata a dicembre era una "istanza di sollecito di revisione, previe indagini della magistratura" e che si riserveranno di presentare una vera e propria richiesta in tal senso, una volta raccolti tutti gli elementi difensivi.