Il gioco era semplice e funzionava alla perfezione. Secondo i Carabinieri – infatti – il gruppo operava tra Olbia e il nuorese e reinvestiva o meglio riciclava, attraverso le slot machine, tantissimo denaro in contante che sarebbe il bottino di numerose rapine effettuate su furgoni portavalori ma anche in sportelli bancomat sparsi in tutta la regione. Soldi che – per lievitare – venivano anche investiti in piantagioni di marijuana che avrebbero potuto fruttare oltre un milione di euro.
Nell’operazione denominata dai Carabinieri di Olbia, “Corrasi”, ieri sono finite in manette 5 persone: Paolo e Jonata Boi, fratelli di 43 e 33 anni, residenti a Olbia, accusati di coltivazione e vendita di sostanze stupefacenti e anche di riciclaggio. Luigi Serra, 33 anni, di Oliena, accusato di minacce e di coltivazione di sostanze stupefacenti. Antonio Selis, 33 anni, olbiese e Giuseppe Sitzia, 41 anni, di Orgosolo sono stati invece mandati agli arresti domiciliari dal gip di Tempio, Elisabetta Carta. Per Sitzia l’accusa è di aver riciclato le banconote segnate attraverso le slot. Selis invece è agli arresti per reati legati alla droga.
Banconote macchiate
Durante le indagini – coordinate dal capo della Procura di Tempio Domenico Fiordalisi - sono stati anche sequestrati 950 euro in banconote, palesemente macchiate dal dispositivo presente nei bancomat e nei furgoni portavalori. L’operazione è infatti partita dalla denuncia di un commerciante olbiese che, all’interno delle slot machines presenti nella sua rivendita, aveva trovato numerose banconote di grosso taglio “macchiate” e proprio per questo motivo si era rivolto ai Carabinieri di Olbia che avevano immediatamente avviato le indagini.
Investimenti in “erba”
Secondo quanto ricostruito dagli esperti investigatori dell’Arma tutto il denaro di provenienza sospetta veniva ripulito anche acquistando quantità industriali di semi di marijuana “Nortehrnlight” (più di 3mila): una qualità di “erba” stupefacente e da una resa eccezionale.
I semi – che venivano comprati a Barcellona per tre euro l’uno – arrivavano ad Olbia impacchettati (in Spagna la vendita è legale) attraverso un corriere espresso.
E proprio seguendo i movimenti del vettore di spedizione che gli abili investigatori dei Carabinieri hanno scoperto il grosso giro “made “in Sardegna. Secondo quanto accertato dai Carabinieri gli oltre 3mila semi sequestrati durante l’operazione sarebbero costati circa 12mila euro e – calcoli alla mano – avrebbero potuto fruttare denaro per oltre un milione di euro.